Creta by Antony Beevor

autore:Antony Beevor
La lingua: eng
Format: epub, mobi, azw3

bomba a mano e nello stesso istante un altro aprì il fuoco

con una Spandau. La schiena lacerata dalle schegge della

granata, Thomas fu colpito alla coscia. Un suo soldato

cercò di bendare la ferita, ma lo squarcio era troppo

ampio e una medicazione provvisoria si dimostrò inutile.

Ben presto Kippenberger ordinò la ritirata. L’attacco

aveva raggiunto lo scopo e non voleva perdere uomini

senza motivo, perché non appena i tedeschi si furono

ritirati i loro mortai cominciarono a bombardare il

villaggio. I feriti più gravi, tra i quali Farran e Thomas,

dovettero essere lasciati sul campo. Un soldato di Thomas,

anch’esso ferito a una gamba, riuscì a trascinarlo in un

fosso che offriva un po’ di riparo. Le esplosioni delle

bombe da mortaio non spaventarono le donne del

villaggio. Uscirono dalle cantine per portare acqua ai

feriti. Una bambina di 12 anni apparve accanto a Sandy

Thomas con un orcio di latte di capra appena munto.

Kippenberger diede l’ordine di ritirarsi fino a Daratsos.

Alla Collina Rosa i superstiti della cavalleria divisionale di

Russell e gli ultimi appartenenti alla compagnia

carburanti del capitano Rowe erano riusciti a sganciarsi.

Rappresentavano tutto quello che rimaneva della X

brigata di Kippenberger.

Quelli che avevano partecipato al contrattacco contro

Galatas non dimenticheranno mai l’incredibile ripresa del

morale che quell’evento suscitò. Forse si spiega

considerandolo un gesto d’ira nei confronti della ritirata o

della profonda convinzione che avrebbero potuto vincere

l’intera battaglia. I neozelandesi avevano mostrato in

modo spettacolare che cosa avrebbero potuto fare se ne

avessero avuto la possibilità e soprattutto se avessero

avuto un comando degno di questo nome al momento

cruciale.

Kippenberger, «stanco come non mai in vita mia e come

non mi successe più da allora», vagò nel buio cercando di

trovare il posto comando di Inglis, «una buca nel terreno

coperta da un telo».16 Molti comandanti di battaglione vi

si erano già radunati. Per valutare le reazioni Inglis

sollevò il problema di un altro contrattacco. Poi

arrivarono il colonnello Gentry, capo di stato maggiore di

Puttick, e il colonnello Dittmer, comandante del XXVIII

battaglione maori. Dittmer si offrì volontario per attaccare

di nuovo, ma Inglis pensò che fosse troppo tardi e inoltre

il battaglione di Dittmer era una delle ultime unità

neozelandesi a rimanere relativamente intatta. Non c’era

alternativa se non indietreggiare fino a costituire una

linea con i due battaglioni australiani di Vasey

all’estremità di Prison Valley. Anche se nessuno parlò

dell’inevitabilità della sconfitta, tutti sapevano che la loro

salvezza sarebbe dipesa ancora una volta dalla Royal

Navy.

Capitolo 17

I commando di Laycock e le forze di riserva

26-27 maggio

Dopo che a Galatas svanì l’ultimo ingannevole barlume di

speranza, il generale Freyberg capì che avrebbe dovuto

avvertire Wavell dell’impossibilità di tenere ulteriormente

Creta. Rimandò la stesura del messaggio alla mattina

successiva, 26 maggio. Iniziava così: «Mi dispiace dover

riferire…». Dev’essersi trattato della più spiacevole

incombenza che avesse mai dovuto affrontare.

Il compito non fu certo facilitato dagli stimoli e dalle

esortazioni che arrivavano ancora da Churchill a Londra, o

dalla troppo semplice matematica dell’intelligence militare

al Cairo, che pensava godesse di una superiorità numerica.

Ma questo era in parte colpa sua: non aveva comunicato

con chiarezza al Cairo o a Londra con quanta rapidità

Maleme fosse caduta. Alcune parole poco chiare usate nei

messaggi aveva dato l’impressione che l’aeroporto fosse

stato ancora duramente conteso per un certo periodo dopo

che i tedeschi avevano stabilito il loro ponte aereo.

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