Due di due - nuova edizione by Andrea de Carlo

Due di due - nuova edizione by Andrea de Carlo

autore:Andrea de Carlo [Carlo, Andrea de]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Fiction, General
ISBN: 9788858700044
Google: JI59RuAOKFAC
editore: Bompiani
pubblicato: 2010-10-04T22:00:00+00:00


Quattro

Ho telefonato alla madre di Guido da Ca’ Persa. Non aveva la minima idea che lui fosse mai andato in Norvegia; per quello che ne sapeva era a Londra ma aveva cambiato casa dieci volte. Si è agitata come sempre quando parlava degli spostamenti di suo figlio, non ha dato il minimo peso ai miei tentativi maldestri di rassicurarla. Le ho lasciato il mio indirizzo, le ho chiesto di passarlo a Guido se si faceva vivo.

Martina ormai aveva una pancia di sette mesi, ogni tanto mi faceva appoggiare la mano per sentire il bambino muoversi. Diceva che doveva essere irrequieto perché non stava mai fermo, ma lei stessa continuava a lavorare dentro e fuori casa dalla mattina alla sera, presa dalla varietà infinita di occupazioni che avevamo scoperto insieme. Non sopportava di essere trattata come un’invalida, si arrabbiava ogni volta che cercavo di tenerla lontana dai lavori più faticosi.

Dopo una visita mesi prima a un ginecologo di Perugia si era stancata dell’arroganza dei medici, del gelo estraneo dei loro ambulatori; aveva detto che voleva farne a meno finché poteva. Ci siamo comprati i libri più comprensibili che c’erano sull’argomento, abbiamo cercato di seguire da soli quello che succedeva, senza dover pagare giudizi sbrigativi a nessuno. A volte le ripetevo la frase di Dylan che piaceva tanto a Guido, «non hai bisogno di un meteorologo per sapere da che parte soffia il vento», e mi sembrava più vera che mai nel nostro caso.

Non ho avuto notizie di Guido per un altro mese, poi il postino è arrivato con un suo telegramma da Milano che diceva “ARRIVO STAZIONE PERUGIA DOMANI ORE 19”.

Il giorno dopo sono andato a prenderlo. Martina aveva appeso nuove stoffe colorate e un suo acquarello nella stanza degli ospiti, messo fiori di campo nei vasetti, aggraziato il soggiorno. Tutti i racconti che le avevo fatto su Guido l’avevano riempita di curiosità, e non vedevamo nessuno di nuovo da mesi ormai; avevamo una vera fame di contatti. Mentre aspettavo alla stazione mi chiedevo se Guido sarebbe stato all’altezza delle aspettative di Martina, o dei miei ricordi.

Quando il treno è arrivato con tre quarti d’ora di ritardo e lui è sceso ho visto subito che non c’erano state metamorfosi deludenti, o spostamenti impietosi di prospettive. Ci siamo abbracciati e battuti le mani sulle spalle, guardati in modo obliquo come facevamo sempre. I suoi capelli erano tornati lunghi quanto prima della storia del militare; il suo sguardo aveva la stessa qualità irrequieta di tre anni prima.

Era sorpreso dalla mia barba e dal mio aspetto, dalle mani da contadino che mi erano venute: ha detto «Sei diventato un altro, porca miseria». Gli ho risposto che speravo di sì.

Lungo il viaggio verso casa ho cominciato a raccontargli quello che mi era successo dall’estate del ’73: il mio crollo per mancanza di motivi e la fuga in campagna e le Due Case e Martina e i lavori della terra, il bambino in arrivo.

Guido mi ha guardato per capire se lo prendevo in giro; mi ha chiesto tre o quattro volte se davvero aspettavo un figlio.



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