E adesso (s)vestimi by Sara Pratesi

E adesso (s)vestimi by Sara Pratesi

autore:Sara Pratesi
La lingua: ita
Format: azw3
Tags: Romance, Single Authors, Romantic, Italian, Foreign Language Fiction, Foreign Languages, Erotica, Short Stories & Anthologies, Short Stories, Literature & Fiction
editore: CreateSpace Independent Publishing Platform
pubblicato: 2014-12-11T23:00:00+00:00


6

"Quando la donna move l’anca se ‘un l’è maiala, poo ci manca"

Sono nervosa, seduta su quel tram mi lascio cullare dall’ondeggiare della carrozza. Accanto a me un bambino fa vedere a una madre stanca, i disegni che ha fatto a scuola con i pastelli.

Come sarei felice di tornare a quei tempi, a quando le uniche preoccupazioni erano su quale vestito far indossare a Barbie, o se giocare a strega comanda colori o un, due, tre, stella.

Non che abbia mai avuto chissà quanto tempo per questi giochi di bambina. Mia madre è sempre stata troppo apprensiva e come mi vedeva seduta per terra in un prato, accorreva strillando la sua lotta contro i germi e batteri per poi farmi la lista di tutti i parassiti e le malattie che si possono nascondere tra il terriccio.

Se mi vedeva correre, invece, mi metteva in guardia sulle insidie delle strade. Un motorino poteva investirmi, o anche un tir. Potevo cadere e sbucciarmi un ginocchio o magari rompermi un dente.

Mio padre non contava granché sulla mia educazione dato che era sempre a lavoro. L’unica educazione di cui si premurava era quella scolastica.

Se riportavo a casa un sette in pagella erano guai, lui pretendeva voti sopra il nove.

«Si lavora per l’eccellenza, non per essere mediocri.» mi ripeteva sempre e io sbadigliavo annoiata e intristita al contempo, per averlo deluso con un voto mediocre.

La borsa mi vibra sotto le mani, afferro il cellulare e accantono le miei riflessioni.

È Alessandro.

-Allora? Stai andando da Claudio per rendergli le chiavi?-

Rispondo solerte:

-Esatto-

-Mi raccomando, usa gli insegnamenti. Poi ti farò il corso approfondito dopo questo incontro ;)-

Corso approfondito? Che altro doveva fare? Erano passati tre giorni da sabato e aveva ripreso a portarmi a fare jogging e mi aveva fatto acquistare altri abiti, trucchi, scarpe, intimo. La mia casa scoppiava tanta roba c’era.

Guardo fuori dal vetro senza rispondere e rimetto il cellulare apposto.

Mi sento nervosa, sto per incontrare Claudio e l’agitazione si è presa possesso di me.

Quando il tram si ferma mi ridesto alla svelta e scendo giù di corsa.

Mi torna in mente il bacio mancato e a quanto avrei voluto assaporarlo.

Ma che diavolo penso?! Sto per rivedere Claudio, chi se ne frega di Alessandro. Che sarà anche bello, ma resta un pallone gonfiato.

Faccio una smorfia scettica, non ci credo nemmeno io a quel pensiero sul pallone gonfiato. Lo pensavo prima ma dopo quei giorni insieme ho modificato il mio parere su di lui. Lo trovo anzi simpatico e intelligente, ma quest’ultima caratteristica l’ho sempre saputa.

Mi chiudo nel nuovo cappottino legato in vita con la parte sotto leggermente a campana. Bianco e con un colletto grande. Lo adoro.

Quando salgo su da Claudio e lui mi vede, posso subito notare che è rimasto senza parole.

È lì, sulla soglia, a bocca e occhi spalancati che mi fissa costernato, incredulo.

Certo, ha un’altra donna davanti.

Indosso dei decolleté rosso vino, calze marroncine a pois che mi stringono i polpacci e la coscia tornita e sopra il giacchetto nuovo.

Ho i capelli lunghi e curati. Non sono messi alla rinfusa in un laccio ma sono setosi e scendono giù in una morbida cascata nera.



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