Entre Idéel Et Matériel by Patrick Boucheron et Marco Folin

autore:Patrick Boucheron et Marco Folin [Patrick Boucheron et Marco Folin]
La lingua: fra
Format: epub
Tags: histoire médiévale, histoire, pouvoir, symbolisme en politique, espace
ISBN: 9791035105648
editore: Éditions de la Sorbonne, École française de Rome
pubblicato: 2020-01-15T23:00:00+00:00

L’apparente modernità «weberiana» di una formulazione che potrebbe sembrar annunciare l’attribuzione allo Stato del monopolio della violenza legittima dev’essere moderata ricordando che si tratta in realtà della radicalizzazione di un motivo ben ancorato nel patrimonio dottrinale del Medioevo: una linea di pensiero teologico e giuridico che trova la propria fonte nell’Antico Testamento, e secondo la quale il potere politico non comporta alcun carattere «naturale», ma è al contrario il risultato di una violenza originale10. L’affermazione dev’essere, per altro, intesa alla luce della storia delle città italiane così come è esposta, ad esempio, nel passaggio delle Istorie Fiorentine citato precedentemente. La denuncia della originaria illegittimità di tutti i poteri arriva fino a intaccare quello dell’Imperatore: nientemeno che il «principio di validità» di tutti i poteri, e persino dell’intera costruzione dogmatica della dottrina del diritto pubblico medievale, che risulta così battuta in breccia11. Il «dottore di legge civile e canoniche» Guicciardini ne è perfettamente cosciente quando aggiunge, in un’altra versione del medesimo ricordo, che il potere dell’Imperatore, ancor meno legittimo degli altri, è pur tuttavia quello «che dà ragione agli altri12». Gli stati ai quali Guicciardini pensa sono, in primis, quelli dell’Italia contemporanea: tutti violenti, vuoi perché esercitano un potere signorile usurpato, vuoi, quando si tratta di «repubbliche» (nome che designa, senza dubbio, meno un tipo di regime precisamente definito che quegli Stati i quali hanno conservato le proprie istituzioni comunali), perché si sono estese aldilà della propria patria, essendosi territorializzate in un dominio. La territorializzazione è, ipso facto, una violenza fatta all’ordine giuridico. La nascente riflessione sulla natura di ciò che i Fiorentini chiamano ormai lo stato avvince strettamente, dunque, la territorializzazione dello Stato e la sua illegittimità originaria.

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Se le contraddizioni tra il diritto e le esigenze del controllo territoriale o della conquista potevano ancora colpire uomini come Machiavelli e Guicciardini al principio del XVI secolo, queste contraddizioni sono state, in seguito e in un certo qual modo assunte ed accettate da un filone importante del pensiero politico italiano, comprendente anche coloro che in apparenza si ergevano a nemici del Segretario Fiorentino. E’, in effetti, significativo come, anche dopo che l’opera di Machiavelli fu tacciata di obbrobrio e messa all’Indice, essa abbia continuato ad offrire un modello efficace alfine di giustificare o favorire la conquista di nuovi territori, o semplicemente per difendere la necessità della grandezza e della potenza.

In Italia, la diffusione a stampa, precoce e massiccia, delle notizie geografiche relative alle conquiste dei regni cattolici ha spesso assunto una valenza eminentemente politica. Tale fu il caso de La historia generale delle Indie occidentali e della Historia di Mexico di Francisco López de Gómara, e de La prima parte de la cronica del grandissimo regno del Perù di Pedro de Cieza de León, pubblicate in italiano presso lo stesso editore romano tra il 1555 ed il 1556, due anni dopo la loro edizione spagnola, che andarono a comporre i tre moduli di una storia generale della conquista13. Il traduttore e coordinatore di questo trittico era Augustín Cravaliz, che rappresentava gli interessi della corona spagnola presso la Curia.

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