Essere mortale: Come scegliere la propria vita fino in fondo by Atul Gawande

autore:Atul Gawande
La lingua: ita
Format: azw3, mobi, epub
ISBN: 9788858422137
editore: Einaudi
pubblicato: 2016-03-01T23:00:00+00:00

Nel mondo ci sono persone che cambiano il modo di pensare della gente. Le puoi trovare dove meno ti aspetteresti. E proprio in questi anni, nelle province apparentemente sonnolente e prosaiche delle residenze per anziani, stanno spuntando un po’ dovunque. Soltanto nel Massachusetts orientale, ne ho scoperte quasi di piú di quelle che ho potuto conoscere personalmente. Ho passato un paio di mattine con i membri fondatori dei Beacon Hill Villages, una sorta di cooperativa sociale presente in numerosi quartieri di Boston con l’obiettivo di fornire servizi a prezzi contenuti – dalla riparazione di una conduttura al lavaggio del bucato – per aiutare gli anziani a rimanere a casa propria. E ho parlato con amministratori di residenze assistite che, a dispetto di tutto e di tutti, erano rimasti fedeli alle idee di fondo di Keren Wilson. Raramente ho conosciuto persone piú determinate, creative e stimolanti. Mi rattrista pensare a quanto diversi sarebbero potuti essere gli ultimi anni di vita di Alice Hobson se avesse potuto conoscere una di queste figure, se avesse potuto disporre di una NewBridge, di una Eden Alternative, di un Peter Sanborn Place o di un’altra residenza analoga. In un posto cosí Alice, a dispetto delle sue malattie progressive, avrebbe avuto la possibilità di continuare a essere la persona che era: di «vivere veramente», avrebbe detto lei.

I luoghi che visitai erano diversi tra loro come possono esserlo gli animali di un giardino zoologico. Non avevano in comune né una determinata forma né un particolare contenuto. Ma i loro responsabili erano tutti impegnati per il raggiungimento dello stesso obiettivo. Erano tutti convinti che il semplice fatto di aver bisogno di aiuto nella vita quotidiana non comporta la necessità di sacrificare la propria autonomia. E conoscendo queste persone capii che condividevano un’idea filosofica ben precisa su quale sia il genere di autonomia piú importante nella nostra vita.

Esistono diverse concezioni dell’autonomia. Una è quella dell’autonomia come libertà di azione: vivere in modo assolutamente indipendente, liberi da qualsiasi forma di coercizione e limitazione. È la libertà di cui parlano tanti slogan. Ma, come dovette rendersi conto anche Bill Thomas nella sua fattoria nell’entroterra dello Stato di New York, questa libertà è una fantasia: Bill e sua moglie Jude hanno avuto due figli gravemente disabili fin dalla nascita, che avranno bisogno di assistenza per tutta la vita, e un giorno lo stesso Bill finirà per necessitare di cure a causa di una malattia, della vecchiaia o di qualche altra disgrazia. Le nostre vite sono intrinsecamente dipendenti dagli altri e sono esposte a forze e circostanze che esulano ampiamente dal nostro controllo. Avere piú libertà sembra certo meglio che averne meno. Ma a quale scopo? Non è possibile misurare il valore della nostra vita in base alla quantità di libertà che la caratterizza. Se la sicurezza è un obiettivo di vita vano oltre che controproducente, anche l’autonomia, come scopo di vita, finisce per rivelarsi tale.

Il grande filosofo Ronald Dworkin, recentemente scomparso, riconosceva l’esistenza di un altro senso, piú convincente, della parola autonomia. Quali

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