Fenomenologia della vita religiosa by Martin Heidegger;

Fenomenologia della vita religiosa by Martin Heidegger;

autore:Martin Heidegger; [Heidegger, Martin]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788845980909
editore: edigita
pubblicato: 2019-05-08T00:00:00+00:00


d) Il discere e gli atti teoretici

Se quindi cogliamo così gli «oggetti scientifici», e li abbiamo non nelle immagini, bensì in quanto tali, che cosa sono allora in senso proprio il discere, l’acquisizione di conoscenza (com’è che qualcosa diventa notitia?), l’apprendere? Nient’altro che un raccogliere, un ordinare ciò che – in questa prospettiva del pensare – «giace» nella memoria non ordinato, sparpagliato e trascurato. (Discere significa qui propriamente ricercare [forschen], «trarre allo scoperto» [aus-heben] qualcosa di vero). Si tratta di un ordinare tale che ciò che è appreso, ed è così determinato nell’ordine, di volta in volta «jam familiari intentioni facile occurrant»120 (venendo incontro al corrispondente senso dell’anticipazione dell’ambito [Gebietsvorgriffssinn] – in conformità con l’ordinatezza [Geordnetheit] utilizzabile predelineata!) .

Ciò che in tal modo «ad manum positum est» (è disponibile in modo ordinato) è il saputo, l’appreso. Se però rimane trascurato a lungo torna a sprofondare, ma non cade completamente fuori della coscienza e deve esserne nuovamente estratto come qualcosa di nuovo e di primo: «quod in animo [ex quadam dispersione] colligitur, id est cogitur».121

Anche il falso lo «so», ce l’ho a disposizione.122 Se ci sono falsità, non è tuttavia falso che io lo sappia. E io so del fatto che, operando in termini comparativi, ne devo distinguere, all’opposto, le verità. Una cosa è che io sappia che adesso sto distinguendo, altra cosa è che mi ricordi di avere distinto. Nella ripresentazione mi è dunque disponibile anche il mio proprio fare, e perfino il ripresentare e l’aver ripresentato stessi. (La modalità del sapere riguardante attuazioni attuali – mondo del sé? – e la modalità del sapere riguardante l’avere attuato – atti teoretici) .

Nella memoria (nn. 20, 21, 22, 24) sono quindi in grado di avere («mihi praesto sum») non solo il vasto ambito delle cose, dei fatti e degli obietti, bensì me stesso, e per la precisione non solo il discernere, colligere, cogitare nel senso stretto del meminisse,123 bensì «affectiones quoque animi mei eadem memoria continet»124 (e noematico!).



scaricare



Disconoscimento:
Questo sito non memorizza alcun file sul suo server. Abbiamo solo indice e link                                                  contenuto fornito da altri siti. Contatta i fornitori di contenuti per rimuovere eventuali contenuti di copyright e inviaci un'email. Cancelleremo immediatamente i collegamenti o il contenuto pertinenti.