Figli della Bruma by Lexa Dudley

Figli della Bruma by Lexa Dudley

autore:Lexa Dudley
La lingua: eng
Format: epub
editore: Troubador Publishing Ltd
pubblicato: 2017-04-19T00:00:00+00:00


Ipsos inoghe incotrana - I piemontesi hanno qui contratto

Vantagiosos imeneos; - vantaggiosi matrimoni;

Pro ipsos fin sos impleos, - per loro erano tutti i lavori,

Pro ipsos fin sos honores - per loro erano tutte le onorificenze

Sas dignidades magiores - la più elevata onorabilità

De Cheja, Toga, e Ispada: - della Chiesa, della Toga, e della Spada:

Ea su Sardu restada - Ai sardi rimaneva

Una fune a s’impaccare - una corda per appendersi.

«Per l’amor del cielo, Raffaella, è stato più di venti anni fa», tagliò corto il fratello.

«Eppure, oggi è ancora lo stesso. Nessun sardo può detenere alcuna responsabilità di una certa importanza. Siamo sempre state pedine nelle guerre di altri. Non siamo stati capaci di governare la nostra terra, sin dall’arrivo dei Fenici. Siamo sempre stati sotto i piedi di qualcheduno, con le leggi di qualcun altro. Persino la “Carta de Logu” è perduta. Un continentale come Carlo Felice ha rimpiazzato, con norme che favoriscono i piemontesi, le leggi che c’erano e che ci aveva dato Eleonora d’Arborea, sopravvissute per secoli, perché erano pensate per le genti sarde. Le nostre terre sono state spogliate. Ci hanno obbligato a parlare la loro lingua, anche se ci battiamo per mantenere la nostra. Le nostre tasse vanno sul continente e a noi non rimane più niente, solo la corda». Fece una pausa, cercando di trattenere le sue lacrime di rabbia. «Persino la nostra bandiera rimane piegata a sinistra e viene coperta, così che non veda ciò che gli intrusi stanno facendo alla nostra terra. Tutto ciò che posso dire è che è una buona cosa che Vittoria sia morta, perché non ti avrebbe mai seguito per integrarsi, come te, nella società sassarese. Quando eravate insieme, eri molto felice di assaporare i suoi baci e le sue carezze e di condividere il suo amore; l’affetto dichiarato di una povera pastorella».

Orlando fu stupito dallo scatto d’ira della sorella. «Che intendi?», farfugliò.

«Non fare il tonto, Orlando. So che tu e Vittoria eravate amanti prima di sposarvi; sapevamo che non saresti riuscito a resistere ai suoi occhi selvaggi ed alla sua bellezza».

Orlando sentì la sua mano contorcersi per la rabbia, ma non riuscì a spingersi fino a colpire la sorella. «Raffaella, ma che problema hai con Luigi? Dimmi, per l’amor del cielo», ruggì, mentre il terreno gli franava sotto i piedi.

«Oltre al fatto che è un piemontese? Il resto non lo capiresti. Tu non potresti, nemmeno in mille anni».

«Mettimi alla prova», rispose, mentre il veleno scorreva nelle sue vene. «Voglio ciò che penso sia meglio per te e desidero vederti felice, con meravigliose cose intorno a te, Raffaella. Voglio vedere anche il mio caro amico felice e so che si prenderà cura di te».

«Che sarà del tuo amico Antoneddu, non vuoi veder felice anche lui? Orlando, Luigi non mi piace neanche, perché amo Antoneddu e lui mi ricambia».

«Ma anche Luigi ti ama e ha molto di più da darti», tagliò corto il fratello.

«Lo vedi? Te l’ho detto, non capiresti. Non mi vuoi nemmeno ascoltare».

«Scusa. Vai avanti».

«Quando sono andata via a



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