Filippo IV by Aurelio Musi

Filippo IV by Aurelio Musi

autore:Aurelio Musi [Musi, Aurelio]
La lingua: ita
Format: epub
editore: SALERNO EDITRICE ROMA
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


3. LA MORTE DI BALTASAR CARLOS E LA CRISI DINASTICA

Nei primi anni Quaranta la questione catalana insieme con quella portoghese era al centro delle preoccupazioni di Filippo: denaro e uomini erano piú che mai necessari per il nuovo fronte di guerra. Pertanto, insieme col figlio Baltasar Carlos, intraprese il viaggio verso Saragoza: l’obiettivo era il riconoscimento della successione ereditaria al Regno di Aragona per il figlio. Il 20 agosto 1645 Baltasar, appena sedicenne, giurò nella cattedrale del Salvador a Saragoza con i titoli di principe di Gerona, governatore generale di Aragona, conte di Cervera e signore della città di Balaguer.17 Il 13 novembre dello stesso anno venne riconosciuto erede dalle Cortes di Valencia. L’anno seguente padre e figlio si trasferirono da Madrid a Pamplona. Qui fu solennemente celebrata, il 3 maggio 1646, la cerimonia del giuramento come erede della Corona di Navarra dopo il riconoscimento dei fueros, cioè dei privilegi del regno navarrino, da parte del principe. Quindi la famiglia reale si spostò a Saragoza. Il 5 ottobre, durante la celebrazione della cerimonia per il secondo anniversario della morte della regina Isabella di Borbone, Baltasar Carlos si sentí male.18 La malattia, probabilmente vaiolo, fu fulminante. Pochi giorni dopo fu somministrato il viatico al principe che spirò il 9 ottobre. I suoi resti rimasero a Saragoza fino alla notte del 16 ottobre, allorché furono trasferiti al monastero di San Lorenzo dell’Escorial.

La morte del principe lasciò la Monarchia in preda ad una grave crisi dinastica: l’unica possibile erede che restava viva era l’infanta Maria Teresa. Grandi furono il dolore e la disperazione del re che, durante appena cinque anni, tra il 1641 e il 1646, aveva perduto il suo fratello minore, il cardinale infante don Fernando, sua moglie Isabella e il suo unico figlio erede universale, il principe Baltasar Carlos. In una lettera alla sua confidente, suor Maria de Agreda, Filippo scriveva: «Ho offerto a Dio questo colpo che, confesso, mi tiene trapassato il cuore e in uno stato tale che non riesco a capire se quel che mi succede sia sogno o realtà».

Si manifestava con queste parole quella visione provvidenzialista della vita che Filippo aveva introiettato forse anche attraverso la lettura del trattatista Saavedra Fajardo: in particolare la pratica della costanza come virtú anche e soprattutto nelle avversità. La morte del figlio era accettata come prova della giustizia divina: e il sovrano doveva conformarsi alla sua volontà e anteporla al dolore e alla disperazione.19 A tutto questo si aggiungeva il sentimento di colpa e il bisogno di espiare la vita licenziosa, entrambi stimolati dai consigli e dall’influenza di suor Maria.

Con la morte di Baltasar Carlos veniva meno anche il progetto filippino, coltivato dopo l’allontanamento dell’Olivares, della divisione delle funzioni tra la successione al trono per il figlio legittimo e i compiti militari e politici affidati al figlio naturale. Dopo il trauma, tuttavia, e negli anni successivi, il re avrebbe intensificato il rapporto con don Giovanni d’Austria. Le ragioni erano molteplici. Si trattava in primo luogo per Filippo di liberarsi del peso della bastardia e fare accettare il frutto dell’amore con la Calderona.



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