Fuoco sulla montagna by Edward Abbey

Fuoco sulla montagna by Edward Abbey

autore:Edward Abbey [Abbey, Edward]
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 2003-12-31T16:00:00+00:00


5

Circa due settimane dopo il governo decise di portare via il nostro bestiame.

Stavamo tornando al ranch all'ora del tramonto. Gli ultimi raggi di sole, dritti contro il parabrezza, ci impedivano la vista. Sul pianale del pick-up stavamo trasportando scorte alimentari, quasi esclusivamente scatolame e fagioli secchi, per un valore approssimativo di cinquanta dollari. Il nonno si stava preparando per un lungo assedio.

Avevamo anche della posta.

Per me, una lettera da mia madre. Per il nonno, un discreto numero di lettere da parte del governo degli Stati Uniti.

Il nonno era un po' sbronzo, ma aveva retto da par suo il volante mentre sobbalzavamo a sessanta chilometri orari diretti al cancello d'entrata.

Pigiò il pedale del freno e il pick-up slittò sulle rocce fermando la sua corsa. Ma, prima ancora che scendessi ad aprire il cancello, ci rendemmo conto che c'era qualcosa che non andava: il cancello era già spalancato.

- Che stanno combinando adesso? - mormorò il nonno. Superò il cancello con il pick-up e si fermò di nuovo. Io scesi a chiudere. Appese ai montanti del cancello vidi delle targhe d'acciaio nuove scintillanti:

PROPRIETÀ DEL GOVERNO USA

NON ENTRARE

Si riferivano al nostro ranch. Cercai di strappare quelle cose a mani nude con il solo risultato di rompermi un'unghia. Non appena si accorse di ciò che stavo facendo, il nonno smontò dal pick-up con un martello in mano. Fece saltar via i cartelli dai montanti e li gettò lontano tra i cespugli.

Tornammo al pick-up. E restammo lì inchiodati.

Dalla piana incrostata di sale dove si trovavano i nostri principali recinti di carico si stava sollevando una gigantesca nuvola di polvere, alla base della quale vedevamo le minuscole sagome scure di vacche, cavalli, uomini e macchine. Nell'aria quieta della sera, smorzato dalla grande distanza, ci giungeva il tramestio di quell'esodo animale.

Una jeep azzurra dell'Air Force, su cui brillavano i caschi bianchi in dotazione alla polizia militare, risaliva dalla piana e ci veniva incontro. Rispondendo a un riflesso condizionato il nonno si allungò per prendere il revolver nel vano portaoggetti. Poi si ricordò della mia presenza e abbassò la mano. - Non è ancora arrivato il momento di battersi, - disse, socchiudendo gli occhi alla luce del sole e tirando dal suo sigaro. - Ma arriverà. - Si mise le mani sui fianchi e rimase in attesa.

La jeep proseguì nella sua marcia di avvicinamento, con il motore che gemeva per lo sforzo e le ruote che proiettavano turbini di polvere gialla. Si fermò a fianco del nostro pick-up. L'autista non si mosse, ma il capitano seduto alla sua destra scese e venne verso di noi.

- Signor Vogelin? - chiese, tendendo la mano a mio nonno.

Il nonno rifiutò la stretta di mano. Cominciava ad averne abbastanza di stringere mani nemiche. - Sono io, - disse. - Se ne vada dalla mia proprietà.

Il capitano, un giovane di bell'aspetto, impallidì lievemente ma non perse la sua compostezza. - Sono davvero spiacente, signore. Ma questa è proprietà del governo.

- Il governo può anche andarsene all'inferno! - ribatté il nonno. - Questa è casa mia.



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