grande storia delle crociate by Richard Jean

grande storia delle crociate by Richard Jean

autore:Richard, Jean
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Saggistica, Storia
editore: Newton Compton
pubblicato: 2012-11-08T23:00:00+00:00


Le conseguenze della crociata

La prima conseguenza della caduta di Costantinopoli fu la formazione di un impero latino che si poneva come continuatore di quello dei Comneni e degli Angeli, e intendeva restaurare l’autorità imperiale sulle regioni che vi si erano sottratte: i vari potentati che si erano costituiti nelle province dopo la morte di Manuele Comneno dovevano essere riportati all’obbedienza. Mentre Innocenzo III aveva da poco riconosciuto il titolo regale di Kalojean, zar dei Bulgari e dei Valacchi, ricordando che il suo antenato Boris-Michele aveva ricevuto la corona reale da Nicola i, e accolto la sottomissione del primate di Bulgaria, il nuovo imperatore pretendeva di ricondurli sotto l’autorità imperiale, e saranno i Bulgari e i loro alleati a infliggere ai Franchi le prime sconfitte, permettendo così ai dinasti bizantini di riprendersi.

L’elezione a imperatore di Baldovino di Fiandra, effettuata il 9 maggio da un gruppo di dodici elettori, sei dei quali erano stati designati dai Veneziani e gli altri sei dai crociati, permise al conte di Fiandra di indossare i calzari di porpora degli imperatori bizantini dei quali riprese il cerimoniale. Ma egli costruì le strutture dell’impero su basi totalmente feudali, assegnando ai suoi compagni d’armi i feudi previsti con l’accordo del marzo 1204. A Bonifacio, la cui candidatura era stata respinta dagli elettori, toccava nella spartizione l’Asia, che egli scambiava con Salonicco e le province della Grecia continentale. Venezia si riservava in proprietà tutto il versante orientale dell’impero bizantino, oltre a Creta (che Bonifacio le cedette), l’Eubea e una parte della Tracia. La nuova feudalità si insediò non senza qualche tensione; un veneziano, Marco Sanudo, costituì un ducato dell’Arcipelago nell’orbita dell’impero e non in quella di Venezia, e un nipote dello storiografo, Goffredo di Villehardouin, fece del Peloponneso, conquistato da Guglielmo di Champlitte, un principato di Morea, senza tener conto delle pretese dei Veneziani; per costringere il regno di Salonicco a riconoscere i diritti di sovranità dell’imperatore fu necessaria una guerra.

Ma diversi dinasti bizantini, in alcuni casi già precedentemente insediati nelle province dell’impero, sfuggirono alla sua autorità. Se i Comneni di Trebisonda la riconobbero occasionalmente, gli Angeli Comneni in Epiro e i Lascaris a Nicea si comportarono come eredi dei basileis delsecolo. I primi si impadronirono di Salonicco nel 1224; i secondi inflissero all’imperatore Roberto, nel 1225, una sconfitta che fece perdere ai latini quasi tutti i territori d’Asia. Nel 1261, Michele Paleologo, che aveva deposto i Lascaris, si sarebbe impadronito di Costantinopoli e delle poche terre che ancora appartenevano al dominio imperiale. Ma il ducato di Tebe, quello di Atene, quello dell’Arcipelago, il principato di Morea, le terzerie di Negroponto e la Romània veneziana dureranno più a lungo.

In che misura la storia di questi domini latini fa parte della storia delle crociate? Molti storici hanno ritenuto che, a partire dal momento in cui i crociati avevano cominciato a intravedere la possibilità di stabilirsi in Romània, avevano dimenticato Gerusalemme. È in parte quanto affermava Innocenzo III in una lettera al legato Pietro Capuano: «La vostra missione non è prendere Costantinopoli, ma proteggere i resti del regno di Gerusalemme e recuperare quanto è stato perduto».



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