Grandi peccatori grandi cattedrali by Cesare Marchi

Grandi peccatori grandi cattedrali by Cesare Marchi

autore:Cesare Marchi [Marchi, Cesare]
La lingua: eng
Format: epub
pubblicato: 2015-03-29T22:00:00+00:00


Io sono una povera e vecchia donna

che non sa nulla, non ho mai letto una lettera,

vedo nella chiesa della mia parrocchia

un paradiso dipinto dove sono arpe e luci

e un inferno dove i dannati son messi a bollire,

l'uno mi fa paura, l'altro mi dà gioia e letizia.

«Quello che lorsignori vedono in alto, a destra, è la creazione del caos», spiega ai turisti una guida con voce da sergente in piazza d'armi «poi viene la creazione della luce, e lì accanto quella del firmamento, degli animali, eccetera. Adesso, per favore, alzino la mano verso la finestra della porta maggiore, per non essere abbagliati, e vedranno controluce la creazione di Eva.»

I turisti, obbedienti, alzano il braccio come nel saluto romano per ripararsi dal violento raggio di sole e, strizzando gli occhi, intravvedono la fatale costola, trasformata in femmina.

«Da quest'altra parte possono invece ammirare il serpente tentatore e la vergogna che provano i nostri progenitori, dopo aver mangiato la mela. Osservino, prego, osservino come si vergognano Adamo ed Eva. Sfido io, peccato hanno. Di lì, tutte le nostre disgrazie cominciate sono.»

I turisti, assuefatti al «tutto compreso», annuiscono.

Nell'ala sinistra del presbiterio uno s'informa circa l'urna che sta sotto un altare.

«Conteneva il corpo di Luigi IX, re di Francia, morto di peste alle crociate» spiega la guida, la voce incrinata dalla commozione, come se parlasse d'un parente.

«Adesso la salma dov'è?»

«Parigi indietro la rivolle, qui c'è soltanto il cuore con gli altri visceri.»

«E' stato De Gaulle?»

«E' stato Filippo III, nel 1278.»

«E l'abbiamo ceduta gratis?»

«Una spina della corona di Nostro Signore data ci fu» conclude la guida, soddisfatta del cambio.

Diventato re a dodici anni, sotto la tutela della madre Bianca di Castiglia, Luigi IX fu da tutti considerato un sovrano dotato di raro equilibrio tanto che i regnanti d'Europa ricorsero a lui come arbitro nelle controversie internazionali. Bandì due crociate in Terrasanta, egualmente sfortunate. La prima puntò sull'Egitto e la Siria, ma subì una dura sconfitta. La seconda su Tunisi, perché Luigi, male informato di geografia e di storia, credeva che questa città fosse la cerniera politico-militare del sistema orientale. Sbarcati sul suolo africano, il re e la sua spedizione furono sterminati dalla peste.

Un altro motivo africano nel duomo di Monreale è la storia di Castrense, un cristiano d'Africa catturato dagli ariani, setta eretica, che lo misero in una barca sdogata e lo abbandonarono in mare, convinti che affogasse. Miracolo. Castrense rimase a galla e portato dalle onde approdò sulla costa campana, dove divenne vescovo e poi santo. Quando si sposò Guglielmo II, il vescovo di Capua, Alfano, gli inviò come dono di nozze le reliquie del santo, al quale è dedicata una cappella, nella navata laterale destra. Attigua a questa è la cappella di san Benedetto, con bassorilievi che lo rappresentano mentre si getta tra le spine per vincere la tentazione, fa scaturire l'acqua da una montagna, si concentra in preghiera e fa crollare un tempio pagano. Nel Seicento sorse, tra i frati benedettini e i devoti di san Castrense, una disputa per stabilire a chi spettasse



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