Il futuro di vetro e altri racconti by AA.VV

Il futuro di vetro e altri racconti by AA.VV

autore:AA.VV. [AA.VV.]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Ant, VI
ISBN: 9788852046551
editore: Mondadori
pubblicato: 2014-02-04T23:00:00+00:00


INCONTRI RAVVICINATI

ANDY DUNCAN

Andy Duncan è nato nel South Carolina e ha lavorato a tempo pieno come giornalista per dodici anni. Adesso insegna scrittura alla Frostburg State University del Maryland, dove è docente di ruolo presso la facoltà di inglese. Le sue storie hanno vinto il premio Theodore Sturgeon e due World Fantasy Award. La sua raccolta di racconti più recente, The Pottawatomie Giant and Other Stories (2012), è stata finalista al premio Shirley Jackson. Un nuovo romanzo breve, Wakulla Springs, scritto insieme a Ellen Klages, è uscito nel 2013.

Incontri ravvicinati è apparso originariamente in The Pottawatomie Giant and Other Stories e su “F&SF”. Nel 2013 ha vinto il premio Nebula per il miglior racconto. È un piccolo capolavoro di scrittura, eccellente nella caratterizzazione e nell’ambientazione, con una voce narrativa dotata di una forza magnetica. Il vecchio Buck Nelson dice di non voler più essere disturbato da giornalisti, neppure se sono donne graziose, che vengono a chiedergli di raccontare per l’ennesima volta le sue storie sugli alieni che lo avevano trasportato su Marte e Venere, e sul cane che aveva condotto con sé al ritorno.

Lei bussò alla mia porta alla vigilia di Ognissanti, quindi non ero dell’umore migliore per aprire, in quel periodo di scherzetti. Un vecchio si aspetta più scherzi che dolcetti, in questo mondo. Lasciai che i colpi continuassero a risuonare. Blim blam! Toc toc! Quel chiasso disturbava la mia concentrazione, e riempire vecchie cartucce con polvere e pallettoni non era già di per sé un lavoro facile, non con il tremore alle mani che aveva preso ad affliggermi da quando avevo superato gli ottant’anni.

— D’accordo, dannazione a te — gridai, mentre mi alzavo dal tavolo. Vi sbattei contro, rovesciando la pepiera, ma siccome si trattava solo di pepe lasciai perdere. Mia madre non avrebbe approvato quel genere di linguaggio, ma noi tutti diventiamo vecchi facendo cose che nostra madre non avrebbe approvato. Non possiamo farne a meno, non con la nostra natura, su questa sfera terrena.

Mi avvicinai di lato alla porta, cercando di vedere fra il bordo della tenda e il pannello di vetro, ma tutto ciò che scorsi fu la luce del sole filtrata dalla zanzariera, sole che nella mia valletta non sarebbe tramontato prima delle tre. Oltre la tenda c’era una forma d’ombra che somigliava alla sommità della testa di una persona, ma era bassa, come quella di un bambino. Probabilmente era uno dei ragazzi degli Holton che portava in giro una moneta di cartone arancione con la foto di un qualche emaciato bambino africano che mangiava con le mani granturco macinato e cotto. Alcuni sostenevano che gli Holton erano come nella canzone di Johnny Cash, talmente rivolti al cielo da non servire a niente su questa terra.

— Cosa vuoi? — chiesi, una mano sul chiavistello e l’altra che cercava in tasca qualche quarto di dollaro per i bambini affamati.

— Lei è il signor Nelson, giusto? Buck Nelson? Se non le dispiace, le vorrei parlare. Dentro o qui fuori sul portico, come preferisce.

Era una voce femminile, ma non di una bambina.



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