Il libro delle storie di fantasmi by Roald Dahl

Il libro delle storie di fantasmi by Roald Dahl

autore:Roald Dahl [Dahl, Roald]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Fiction, General, horror, Juvenile Fiction
ISBN: 9788867153268
Google: LYw-_BqrO8sC
editore: Salani
pubblicato: 2013-01-30T23:00:00+00:00


«Ma quelle sono state spazzate. Ho sentito qualcuno che lavorava ieri sera, dopo le nove. Non era lei?»

L’uomo sogghignò.

«Nessuno di noi si sognerebbe di lavorare dopo le nove, signorina. Poco ma sicuro!

No, signorina, nessuno le ha toccate, finora. Un lavoraccio, per giunta. Non si fa in tempo a spazzarle che ce n’è un altro mucchio bell’e pronto. In questa stagione non basterebbero cento uomini a mantenere in ordine il giardino!»

Soprappensiero, Tessa entrò in casa senza aggiungere altro. Caddero altre foglie: i giardinieri lavorarono per tutto il giorno, e la fragranza pungente del falò acceso sullo spiazzo davanti all’orto riempì la casa.

A sera la signorina Ludgate fece accendere il fuoco nel salottino, e comunicò a Tessa che, prima e dopo cena, si sarebbero trattenute in quella stanza. Ma il camino faceva fumo, così, dopo molto tossire e brontolare, e dopo aver addossato alla signora Finch la lentezza e l’inefficienza degli spazzacamini, l’anziana dama si ritirò per tempo nella sua stanza.

Ma per Tessa era ancora troppo presto. Abbandonata a se stessa, si ricordò del libro lasciato la sera prima in salotto, e si propose di leggerlo davanti al camino acceso in sala da pranzo. Ma, appena varcata la soglia del salotto si arrestò bruscamente, tendendo l’orecchio. Impossibile sbagliarsi. A dispetto delle affermazioni di Toy, e benché fossero già le nove e mezzo, qualcuno stava spazzando il sentiero.

In punta di piedi si avvicinò alla finestra e sbirciò tra gli scuretti. Il chiaro di luna inargentava il giardino deserto. Adesso, però, le era possibile localizzare meglio i suoni: sembravano provenire dall’estremità del sentiero, celato allo sguardo dall’angolo della finestra. Subito fuori del salotto, una portafinestra dava sul giardino, ma per qualche ignoto motivo Tessa non desiderava trovarsi faccia a faccia col misterioso lavoratore. Con un lieve, strano brivido gelido, si rese conto che preferiva di gran lunga vederlo, almeno la prima volta, a una distanza di sicurezza.

Si ricordò di una finestra sul pianerottolo del primo piano, e, dopo una breve esitazione, salì silenziosamente le scale e, in punta di piedi, imboccò un corridoio sulla sinistra. Il chiaro di luna si riversava attraverso i vetri, creando sul muro di fronte un pallido schermo azzurrino. Tessa armeggiò con i chiavistelli, alzò piano il saliscendi, e si affacciò.

Sul sentiero sotto di lei, un po’ sulla sinistra, vicino all’angolo della casa, un uomo era intento a spazzare con ritmo lento. La sua ramazza ondeggiava monotona con un soffice, leggero fruscio e con la regolarità di una lenta pendola antica.

Dal suo punto d’osservazione le era impossibile distinguere i lineamenti dell’uomo. Sembrava un lavorante, perché qualcosa in lui faceva venire in mente vecchi abiti sformati. Ma, a parte ogni altra considerazione, nella scena che Tessa aveva sotto gli occhi c’era un che di bizzarro e d’innaturale. Mancava qualcosa, ne era sicura, qualcosa di cui avrebbe dovuto notare l’assenza a prima vista, eppure non avrebbe saputo dire che cosa.

E benché acutamente consapevole della mancanza di qualcosa che aveva tutto il diritto di aspettarsi di vedere, i suoi sensi annaspavano incapaci d’individuarla; e tuttavia quell’assenza inspiegabile era evidente come un falò a mezzanotte.



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