Il miracolo Spinoza by Frédéric Lenoir

Il miracolo Spinoza by Frédéric Lenoir

autore:Frédéric Lenoir
La lingua: ita
Format: epub
editore: La nave di Teseo +
pubblicato: 2023-04-16T16:48:28+00:00


È in questo scenario politico e polemico molto tormentato che Baruch riprende e completa la stesura dell’Etica – dedicherò i prossimi capitoli a esporne i temi fondamentali. Sin dall’inizio, Spinoza ha optato per una scrittura particolare, secondo un metodo geometrico (con definizioni di assiomi, proposizioni, dimostrazioni, eccetera), che ne rendono la lettura molto arida. Leo Strauss ha avanzato l’ipotesi che il filosofo abbia scelto un tale metodo di esposizione del proprio pensiero al fine di renderlo più oscuro e di sfuggire alla persecuzione. È poco probabile: Spinoza spiega egli stesso le ragioni di questa scelta in una lettera a Henry Oldenburg, datata 1661: “Per rendere le mie dimostrazioni chiare e brevi, non sono riuscito a trovare niente di meglio che di sottoporle al suo giudizio nella forma usata dai geometri”.99 Sulla scia di Cartesio, Spinoza è convinto che la struttura del mondo sia matematica e che l’esposizione di un problema e della sua soluzione sarà tanto più perfetta quanto più si accompagnerà alla forma di ragionamento presentato in maniera geometrica. È così che l’opera s’intitola: Etica dimostrata secondo il metodo geometrico. In tal modo, Spinoza comincia ogni grande sezione con una o più definizioni, eventualmente seguita da spiegazioni e assiomi; poi, prosegue con una serie di proposizioni, e a ogni proposizione segue sempre una dimostrazione, magari completata da un corollario o da uno scolio, cioè un commento redatto in maniera più classica. Questo metodo, abbastanza fastidioso per il lettore, ha il vantaggio per Spinoza di distinguere diversi livelli di lettura. Una definizione spiega le parole scelte e ne fornisce il senso. Un assioma esprime una nozione comune alla ragione, vale a dire una verità fondamentale, indimostrabile (“siamo tutti d’accordo nel dire che…”). Una proposizione afferma una tesi. Una dimostrazione la avvalora mediante il ragionamento, facendo affidamento, nel caso, sulle definizioni e sugli assiomi. Uno scolio la commenta con maggiore libertà.

Attraverso questa cattedrale di parole, l’ambizione di Spinoza è quella di proporre un’etica, cioè un cammino che conduca a una vita buona e felice, che sarà fondata su una metafisica, vale a dire una concezione di Dio e del mondo. È il motivo per cui la sua opera si apre con una prima parte interamente dedicata a Dio, che Baruch definisce come la Sostanza unica di tutto ciò che esiste, e si conclude con una parte dedicata alla Beatitudine, la felicità ultima. Tra le due, Spinoza tenta di ridefinire il corpo e la mente, mostrando che non sono due realtà separate (seconda parte); poi, propone un’analisi minuziosa delle nostre emozioni e dei nostri sentimenti – che non bisogna combattere come fanno i moralisti, ma riorientare con l’aiuto del desiderio e della ragione (terza parte); infine, si abbandona a una spiegazione della schiavitù dell’uomo, sottomesso ai suoi affetti e non alla ragione (quarta parte). Il filo conduttore di questo percorso è la gioia, vedremo presto perché.

Nel suo dizionario storico e critico, Pierre Bayle afferma che l’esposizione di quest’opera è così difficile che persino i suoi rari discepoli sono stati scoraggiati dalle “astrazioni impenetrabili che s’incontrano”.



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