Il Partenone by Mary Beard

Il Partenone by Mary Beard

autore:Mary Beard [Beard, Mary]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Laterza
pubblicato: 2003-12-31T23:00:00+00:00


Il trionfo dell'archeologia

Il Partenone fu ufficialmente inaugurato come un monumento antico il 28 agosto del 1834, in uno stravagante spettacolo di pompa bavarese. La cerimonia fu concepita da Klenze, che cercava di accreditarsi come il principale consigliere per l'architettura e per l'archeologia presso la corte reale. La cerimonia doveva essere uno dei primi impegni ufficiali del giovane sovrano. Otto salì sull'Acropoli a cavallo e fu accolto dal comandante della guarnigione e da un gruppo di fanciulle ateniesi vestite di bianco, con in mano rami di mirto; una di esse sventolava uno stendardo decorato con un'effigie della dea Atena, un'altra teneva una corona di alloro. Quando la banda cominciò a suonare, Otto ascese al Partenone, dove si sedette su un trono e, davanti a una folla assiepata di soldati, cortigiani e pezzi grossi locali, ascoltò educatamente un discorso pronunciato da Klenze in tedesco (con traduzioni gentilmente messe a disposizione dei Greci). Tutt'intorno, le macerie degli anni di guerre, massacri e predazioni dovevano essere ancora orribilmente visibili; giusto un anno prima, uno dei soldati bavaresi aveva descritto il miscuglio confuso di «colonne spezzate, blocchi di marmo grandi e piccoli, palle di cannone, frammenti di conchiglie, crani e ossa umane» che cospargevano il terreno. Ma Klenze offrì una visione messianica dell'Acropoli classica «rinata» come simbolo del nuovo stato nazionale: «Dopo tanti secoli di barbarie - dichiarò - Vostra Maestà ha camminato oggi per la prima volta su questa celebrata Acropoli, procedendo sulla strada della civiltà e della gloria, sulla strada attraversata da uomini come Temistocle, Aristide, Cimone e Pericle; questo è e sarà, agli occhi del Vostro popolo, il simbolo del Vostro glorioso regno [...]. Tutti i resti della barbarie saranno rimossi, qui, come in tutta la Grecia, e le vestigia del passato glorioso saranno riportate di nuovo alla luce, come solido fondamento di un presente e di un futuro gloriosi». Klenze chiese quindi al re di battere leggermente per tre volte sul primo rocchio di colonna del Partenone destinato al restauro: iniziava così l'era dell'archeologia nella nuova Grecia. Tuttavia non si trattava dell'archeologia come noi l'intendiamo: secondo l'opinione di Klenze, qualsiasi pezzo che non fosse possibile reintegrare nelle rovine né si prestasse a una pittoresca esposizione sull'Acropoli doveva essere svenduto come materiale da costruzione.

La cerimonia in panni antichi fu una ridicola rappresentazione teatrale. Ma fu al tempo stesso un momento assolutamente cruciale nella storia della politica culturale greca e nell'archeologia dell'Acropoli. La rappresentazione di Klenze esibiva i monumenti del passato classico della Grecia come i simboli più importanti del nuovo stato nazionale. Naturalmente, come abbiamo già notato, generazioni precedenti di Ateniesi avevano percepito il potenziale simbolico della loro eredità classica, e ancor prima della Guerra d'Indipendenza qualche intellettuale greco aveva lanciato appelli per la conservazione dei monumenti antichi. Ma fu la monarchia bavarese in cerca di legittimazione, e fedele alla sua tradizione di investire nella cultura greca antica, a rendere assolutamente inestricabile la connessione fra l'antichità classica e il nazionalismo greco. Come disse nel 1838 un insigne archeologo in un convegno della



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