Il re dei ladri by Cornelia Funke

Il re dei ladri by Cornelia Funke

autore:Cornelia Funke [FUNKE, CORNELIA]
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 2011-12-15T07:39:45+00:00


UN’ANTICA LEGGENDA

Scipio li segui in cucina. Ma si tenne in disparte, appoggiato allo stipite, mentre gli altri prendevano posto intorno al grande tavolo. Sotto i loro occhi, sulla tovaglia colorata, c’era l’ala. La signora l’aveva ritirata fuori prima di mettersi a preparare il caffè.

«È bella, però!» disse Vespa, sfiorandola delicatamente. «Era di un angelo, vero?»

«Di un angelo? Oh, no.» Ida Spavento tolse la caffettiera dal fuoco con il caffè che ancora gorgogliava. «Apparteneva a un leone.»

«Un leone?» Riccio la fissò incredulo.

Ida Spavento annui. «Già» ribadì, frugandosi in tasca con la fronte aggrottata. «Dove sono finite le mie sigarette?»

«Riccio!» lo rimproverò Mosca appioppandogli una gomitata nel fianco.

E Riccio, con aria contrita, sfilò il pacchetto da sotto il giubbotto. Vespa diventò rossa fino alla radice dei capelli.

«Scusi» bofonchiò Riccio. «È questione di abitudine, non si ripeterà.»

«Eh, lo spero bene» commentò la padrona di casa alzandosi. Prese una tazza e lo zucchero per sé, succo di frutta e bicchieri per i ragazzi. Scipio compreso, che si era levato la maschera, ma era rimasto in piedi sulla porta.

«E allora, questa storia?» domandò Mosca versandosi da bere.

«Un attimo di pazienza.» Ida Spavento appoggiò il cappotto su una sedia, bevve un sorso di caffè e si accese un’altra sigaretta.

«Non ne darebbe una anche a me?» chiese Riccio.

La donna lo fissò sbigottita. «Certo che no. È un’abitudine malsana.»

«E per lei no, scusi?» ribatté l’altro.

La signora Spavento sospirò. «Io sto cercando di smettere. Comunque passiamo alla storia» tagliò corto, mettendosi comoda. «Avete mai sentito parlare del carosello delle Sorelle della Misericordia?»

I ragazzini scrollarono il capo.

«Non sono quelle che hanno l’orfanotrofio?» intervenne Riccio.

«Appunto» confermò Ida, aggiungendo un altro po’ di zucchero al caffè.

«Più di centocinquant’anni fa, così si racconta, un ricco mercante fece una donazione molto generosa all’istituto. Ordinò la costruzione di una magni-fica giostra nel cortile con cinque splendide figure lignee che si possono ancora ammirare dipinte nella lunetta sopra il portone dell’edificio. Sotto un variopinto baldacchino giravano un unicorno, un cavallo marino, il dio del mare, una sirena e un leone alato. Le malelingue sostengono che il fa-coltoso signore l’abbia fatto per mettersi a posto la coscienza. Sembra infatti che avesse abbandonato davanti all’orfanotrofio il nipote, il bambino illegittimo della figlia. Ma qualcuno dice che fosse invece un uomo dal cuore d’oro che aveva voluto condividere le sue immense ricchezze con i bimbi poveri e senza famiglia. Comunque sia, in breve tempo tutta Venezia cominciò a parlare di quella meraviglia. Ma non durò a lungo, perché ben presto si diffuse la voce che dietro le mura dell’orfanotrofio si verifi-cassero degli eventi misteriosi legati alla presenza del carosello.»

«Eventi misteriosi?» chiese Riccio.

Ida annui. «Si. Avvenimenti straordinari. Si mormorava che con qualche giro sulla giostra i bambini diventassero adulti e gli adulti tornassero bambini.»

Per un istante regnò il più assoluto silenzio. Poi Mosca scoppiò a ridere incredulo. «E com’è che succedeva?»

Ida scrollò le spalle. «Non ne ho idea. Vi ho riferito solo ciò che ho sentito dire.»

Scipio si staccò dallo stipite e andò a sedersi sull’angolo del tavolo fra Prosper e Bo.



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