Il sogno di scrivere by Roberto Cotroneo

Il sogno di scrivere by Roberto Cotroneo

autore:Roberto Cotroneo
La lingua: ita
Format: azw3, epub, mobi
Tags: Language Arts & Disciplines, Composition & Creative Writing, Authorship, Editing & Proofreading, General
ISBN: 9788851123109
editore: Utet Libri
pubblicato: 2014-06-08T22:00:00+00:00


Nostalgie

Tutto sta nel respiro. Il respiro è vita. Il respiro è ritmo, ordina il mondo. Parliamo di respiro quando vogliamo dire che qualcosa ha una sua forza, che qualcosa può restare. Eppure il respiro cambia, il respiro può essere affannato, oppure lieve, oppure lento. Quando si scrive il respiro sembra avere una logica tutta sua. Quando diciamo: è un autore di grande respiro, oppure, è un libro di grande respiro, vogliamo dire che c’è vita in quel lavoro. Ma quale vita? Quale respiro? Quale la differenza tra un testo dal fiato corto e un testo che ci riconcilia con l’aria che abbiamo attorno? Forse tutto sarebbe più semplice se fossimo capaci di spiegare che nella scrittura, nel racconto e nei libri ci sono più cose di quelle che gli editori e i critici sono soliti chiedere. Certamente non ci sono libri senza nostalgia. E in questo capitolo vorrei parlare proprio di questo: della nostalgia. La nostalgia è il motore immobile, l’origine del respiro di un libro. Conta solo questo. Non ha importanza se è un libro di genere, se è di fantascienza oppure è un giallo. Conta molto poco che sia umoristico o paradossale. Se sia un romanzo storico o persino erotico. La nostalgia è il punto di inizio di qualsiasi scrittura.

Alcuni anni fa scrivendo il mio romanzo intitolato Questo amore parlai di nostalgia del futuro. E molti lettori negli anni mi chiesero cosa intendessi. Perché la nostalgia è sempre qualcosa di legato a un passato che non torna, a una perdita, a qualcosa che rimpiangiamo. Invece la nostalgia del futuro può esistere, perché noi pensiamo alla nostalgia dandole una forma non sempre corretta.

Milan Kundera quindici anni fa ha scritto un romanzo molto bello. Si intitola: L’ignoranza. Ed è la storia di un uomo e una donna che si incontrano per caso mentre tornano al loro paese natale. Entrambi sono lontani dalla loro patria da vent’anni, e cominciano una storia d’amore, solo che questa storia d’amore è come assorbita dalla Storia, quella con la S maiuscola. L’editore italiano del libro, Adelphi, mette in risalto una cosa: dopo una lunga assenza dal proprio luogo natio finisce che «i loro ricordi non si somigliano». E aggiunge: «viviamo sprofondati in un immenso oblio, e ci rifiutiamo di saperlo».

Questo è un libro che mi colpisce molto. Non solo perché è scritto da Kundera con la maestria che gli conosciamo, ma perché è un romanzo che sonda le profondità del raccontarsi, del pensarsi nel mondo. È un romanzo che spiega bene chi siamo, e perché non possiamo fare a meno di narrare.

Nelle prime pagine Kundera analizza molto bene il significato di nostalgia. È una citazione lunga ma sarà il nostro punto di partenza. Perché inizia con la nostalgia e arriva a Ulisse, all’Odissea, ovvero al libro dei libri, alla narrazione per eccellenza. Da cui nessuno può davvero prescindere.



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