Il tesoro della montagna azzurra di Emilio Salgari by Emilio Salgari

Il tesoro della montagna azzurra di Emilio Salgari by Emilio Salgari

autore:Emilio Salgari [Salgari, Emilio]
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 2012-04-13T21:33:17+00:00


Le sirene

Alle otto precise papà Catrame era al suo posto, pronto a raccontarci l'ottava storia.

Guardammo il suo volto incartapecorito, per indovinare se fosse di buono o cattivo umore, poiché da questo si poteva argomentare se la novella era allegra o triste. Le nostre investigazioni riuscirono però vane, poiché il suo volto nulla diceva. Solo notammo che pareva un po' nervoso: egli non faceva altro che levare di bocca la vecchia pipa e cacciarvi dentro il suo pollice, quantunque essa tirasse meglio del solito.

Era imbarazzato a trovare l'argomento? o il suo cervellaccio tardava a risvegliarsi? Io credo che fosse una cosa e l'altra; infatti rimase silenzioso più di un quarto d'ora, continuando a frugare e rifrugare nella pipa. Alla fine, quand'ebbe tracannato un paio di bicchieri, la sua me moria si svegliò come per incanto.

- Credo e non credo, - cominciò egli.

- Oh!... oh!... - esclamò il capitano. - Papà Catrame a poco a poco diventa incredulo.

- No, - rispose il mastro gravemente. - Ma su ciò che sono per narrarvi conservo dei dubbi, non avendo potuto constatare la cosa con piena sicurezza.

- L'argomento deve essere importante, - esclamò il capitano. - Si tratta di qualche mostro di nuova specie?

- D'un mostro precisamente non si tratta, - rispose il marinaio con serietà; - si tratterebbe anzi d'una vaga donna.

Un «oh!» di sorpresa uscì da tutte le bocche, e vi era di che. Come mai mastro Catrame, quell'orsaccio, che quando vedeva una donna fuggiva come se avesse dinanzi il diavolo, si occupava del gentil sesso?

- Ventre di balena! - esclamò il capitano. - Questa volta papà Catrame vuole morire.

- Fuori la novella! - gridarono tutti.

- Il titolo!... Il titolo! - tuonò una voce.

- Il titolo? - disse il mastro. - Eccolo: le sirene!...

Un clamoroso scoppio di risa tenne dietro a quell'annuncio; rideva il capitano fino a slogarsi le mascelle, ridevano i marinai, e si tenevano i fianchi perfino i mozzi.

- Ah! papà Catrame! - esclamò il capitano. - Tu credi ancora a simili frottole?... Eh via!... perbacco!... Sii un po' più serio.

- Papà Catrame le sballa grosse come una corazzata! - gridarono tutti.

- Adagio, ragazzi, - disse il mastro, che faceva fronte colla maggior calma a quello scoppio d'ilarità. - Ho detto fin da principio che credo e non credo; ma qualche cosa di vero ci deve essere. Oh! perbacco! sono secoli e secoli che i marinai parlano delle sirene. A quale scopo avrebbero inventato simili frottole? Qualche cosa di vero, lo ripeto, ci deve essere, quantunque non abbia ancora potuto verificare esattamente quanto ce ne sia.

- Voi ridete pure; ma se continua la celia, pianto su due piedi l'uditorio e vado a passare la mia notte nella cella dei prigionieri. Avete capito? Ventre di foca! è un po' troppo!... Corpo d'una spingarda! basta così, o...

- Silenzio! - tuonò il capitano, - o il vecchio Catrame scoppia come una caldaia a trenta atmosfere.

Con uno sforzo prodigioso frenammo la nostra ilarità e il silenzio più profondo regnò attorno al mastro.

- Ritorno al Caronte,



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