Il venti di luglio by Alexander Lernet-Holenia

Il venti di luglio by Alexander Lernet-Holenia

autore:Alexander Lernet-Holenia [Lernet-Holenia, Alexander]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Adelphi
pubblicato: 2023-04-10T22:00:00+00:00


Mezz’ora più tardi Josselin, ancora del tutto smarrito nella tempesta di sentimenti e di pensieri che si era scatenata in lui, faceva ritorno nell’abitazione del suocero. In caso di rivolta dell’esercito, il generale lo aveva nominato ufficiale di collegamento con le truppe di stanza in Italia. Josselin aveva ordine di non rimettersi in viaggio, ma di restare a Vienna in attesa degli sviluppi. In tasca gli frusciavano i documenti che nel momento decisivo gli avrebbero assicurato il viaggio a Milano.

Josselin apparteneva a quel genere di persone che, sebbene onorabilissime e spesso non prive di spirito, per prendere una decisione necessaria ma sia pure minimamente in contrasto con un superficiale concetto dell’onore hanno bisogno di un ordine dei loro superiori. Che il Reich andasse incontro all’annientamento, che una cricca di irresponsabili stesse trascinando alla rovina il mondo intero gli era chiaro da tempo, se solo fosse stato capace di ammetterlo. Un pensiero alle disfatte delle armate, alla distruzione delle città, avrebbe dovuto chiarirgli ogni cosa. Ma quel pensiero lui non aveva osato concepirlo. Solo le parole, o piuttosto la personalissima efficacia del facondo generale, avevano strappato i veli dai suoi occhi, dalla sua mente, dal suo cuore. A distruggere l’illusione in cui era vissuto per anni erano bastati infine pochi istanti. Ossessionato dalla fedeltà al suo Paese, adesso si preparava a darne prova al fianco degli avversari di coloro al cui fianco era stato pronto a darne prova finora.

Rincasando tra i suoi, dichiarò di non essere andato dal generale. Strada facendo aveva deciso altrimenti: era entrato nel parco di palazzo Schwarzenberg e lì, seduto su una delle panchine, era rimasto immerso nei suoi pensieri. Seguì una descrizione delle statue di arenaria sgretolate, dell’erba alta nei prati e dello stormire dei platani nel parco – un tentativo poetico totalmente fallito. Elisabeth si accorse subito che non diceva la verità. Buschek invece, dopo qualche istante di sbalordimento, rispose: tanta ragionevolezza non se la sarebbe affatto aspettata da lui. Era addirittura senza parole, soggiunse. Nondimeno diede la stura a una serie di dichiarazioni encomiastiche, che Josselin tuttavia gli troncò in bocca.

Il maggiore disse: aveva dunque definitivamente rinunciato a riferire l’accaduto al generale; Elisabeth doveva continuare a nascondersi in casa di suo padre finché non le si fosse offerta una possibilità di fuggire all’estero; quanto a lui, Josselin, sarebbe tornato nell’abitazione comune, sua e di Elisabeth. Perdonava alla moglie il pericolo in cui aveva messo entrambi, ma ora si aspettava senz’altro che lei, per non farsi scoprire, conducesse una vita del tutto ritirata.

Mentre Elisabeth stava ancora cercando di indovinare le vere ragioni per cui il marito aveva cambiato così radicalmente opinione, Buschek si alzò e andò a congedare la governante da subito e a tempo indeterminato, anzi le diede disposizione di partire quella sera stessa per raggiungere i suoi parenti in campagna. Al governo della casa avrebbe atteso per qualche settimana sua figlia, disse. Era sicuro infatti che quella donna, la governante, venendo a sapere della pretesa morte di Elisabeth non sarebbe mai stata capace di tenere la bocca chiusa.



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