Intellettuali by Zygmunt Bauman & Bruno Bongiovanni
autore:Zygmunt Bauman & Bruno Bongiovanni [Bauman, Zygmunt & Bongiovanni, Bruno]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Treccani
pubblicato: 2024-01-14T23:00:00+00:00
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Gli intellettuali nel mondo postmoderno
Lâomogeneizzazione di cui gli intellettuali paventavano lâavvento, comunque, non si è verificata. Al contrario, il mercato della cultura sembra trarre profitto dalla diversità e dal rapido avvicendarsi delle mode. La scena culturale definita dalle forze del mercato evoca più un caleidoscopio di prodotti e modelli variegati e spesso reciprocamente esclusivi che non unâavvilente uniformità e standardizzazione. à proprio questa assenza di modelli privilegiati, non lâuniformità della âcultura mediaâ, che si è rivelata la sfida più seria al ruolo tradizionale degli intellettuali e alla loro autorità un tempo indiscussa in materia di gusto e di scelte culturali. Le scelte sono state privatizzate, diventando un attributo della libertà e della formazione dellâidentità personale. La promozione di un determinato modello culturale come essenzialmente migliore, o in qualche modo âsuperioreâ rispetto alle alternative presenti o possibili, è stata aspramente condannata e sdegnosamente rifiutata come atto di oppressione. Con una svolta inaspettata il mercato è stato promosso al rango di principale sostegno della libertà . Il fondamento moderno del potere collettivo degli intellettuali è stato eroso: vi è ben scarsa richiesta ormai per le funzioni di cui essi sono andati orgogliosi per tutto il corso della storia moderna, quelle di legislatori culturali, di progettatori e tutori di modelli culturali adeguati.
Ma il fatto che ai âprogetti di vitaâ uniformati si siano sostituite le scelte del consumatore ha avuto anche un altro impatto negativo sul ruolo tradizionale degli intellettuali. A seguito della privatizzazione della formazione dellâidentità personale, anche la frustrazione causata dal fallimento dei propri sforzi e la conseguente scontentezza tendono a essere âprivatizzateâ, disperse e non cumulabili, refrattarie a tutti i tentativi di conglomerarle in una âcausa pubblicaâ unificante, e ancor più a quelli di indirizzarle verso una visione sociale alternativa. Chi si sforza di continuare a svolgere il ruolo intellettuale tradizionale si trova diviso tra innumerevoli partiti, cause, sette religiose ecc. I diversi motivi di scontento non hanno alcun âdenominatore comuneâ; a nessun singolo conflitto può essere ricondotta lâintera gamma di rivendicazioni e richieste. Le alleanze politiche che mirano allâappoggio della maggioranza possono configurarsi solo come âcoalizioni temporaneeâ che hanno scarse probabilità di sopravvivere al problema specifico che per un breve momento le ha fatte nascere. Cosa ancora più importante, i motivi di scontento determinati dal mercato, se elaborati entro i canali di unâesistenza privatizzata, provocano unâulteriore domanda di servizi offerti dal mercato e rafforzano anziché minare lâinfluenza di questâultimo sulla sfera sociale e su quella culturale. Un altro pilastro dellâimportanza sociale degli intellettuali â il loro ruolo di portavoce di cause comuni, di teorizzatori della âsocietà buonaâ e di progettatori di ordinamenti sociali alternativi â è stato ormai completamente distrutto. Il mercato, inoltre, favorisce una cultura di «massimo impatto e di obsolescenza istantanea» (Steiner, 1972, p. 174). Il mercato non può prosperare senza lâavvicendarsi sempre più rapido di mode e tendenze; lâattenzione del pubblico, bombardato da offerte contraddittorie, è diventata la posta più alta nel gioco del mercato, il più ambito e il più raro dei beni. La mutevolezza dellâattenzione sostituisce
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