Italia globale by Carlo Pelanda

Italia globale by Carlo Pelanda

autore:Carlo Pelanda [Pelanda, Carlo]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Economia
editore: Rubbettino Editore
pubblicato: 2023-10-25T22:00:00+00:00


Concorrenza e collaborazione entro l’Ue

Quanto scritto finora in materia di proiezione globale dell’Italia deve ovviamente tener conto del fatto che Roma è parte dell’Ue e che non è suo interesse instaurare relazioni troppo divergenti con Francia e Germania o altri attori nazionali europei. Anzi, è suo interesse diventare un partner irrinunciabile per il consolidamento dell’Unione. Non verso un modello confederale, ma sostenendo uno di «sovranità convergenti e reciprocamente contributive».

In questo scenario desiderabile – per chi scrive – bisogna però tener conto che sia Francia sia Germania tenteranno un’opzione di «Francia globale» e «Germania globale» in concorrenza con un’eventuale «Italia globale». In materia va ricordato che l’Ue, pur trattando in modo integrato la politica estera commerciale con delega alla Commissione per predisporla e proporla al Consiglio, non vincola formalmente l’azione estera degli Stati membri. Appunto non è uno Stato, ma un’alleanza pur molto strutturata tra Stati con un forte residuo di sovranità nazionale. Ciò implica competizione per gli spazi globali orizzontali e verticali, ma anche collaborazione.

Sul piano della competizione per Roma è quasi necessario trovare potenza attraverso alleanze esterne all’Ue. Certamente con gli Stati Uniti, ma Washington non potrà privilegiare troppo l’Italia, pur dandole uno status di alleato primario, perché ciò pregiudicherebbe la relazione con Francia e Germania, altrettanto rilevanti, se non di più, per tenere agganciata l’Ue. Pertanto lo spazio italiano per conquistare forza poi da usare nelle relazioni interne dell’Ue, e del G7, richiede una più forte convergenza con Giappone e Regno Unito. Tale tendenza è inizialmente in atto: va perseguita con più intensità, aggiungendo nazioni come l’Australia, la Corea del Sud, Israele e qualche punto forte in Africa e Sudamerica e una presenza nell’Asia centrale e, soprattutto, attuando una riqualificazione competitiva del sistema interno, oggetto della seconda parte di questo libro.

In altri termini, qui si suggerisce che l’aumento del peso nazionale nell’Ue avvenga via acquisizione di forza esterna per prendere maggiore rilievo entro l’Ue stessa. La valutazione è che sia possibile, non tanto in teoria, ma osservando la politica estera reale in atto. Per inciso, nelle relazioni internazionali è imprudente pensare a discontinuità troppo marcate mentre è razionale estendere linee di possibilità già esistenti: la strategia qui abbozzata per l’Italia segue tale principio analitico. Ma con un problema: l’enorme debito pubblico che rende l’Italia ricattabile e la costringe ad allocare troppe risorse per ripagarlo, togliendole a investimenti produttivi. Problema di rafforzamento nazionale che troverà ipotesi di soluzione nella seconda parte di questo volume.

Quanto qui detto assume che Roma sia capace di attuare una «Grande strategia». Ma chi scrive ha anche valutato una «Grande tattica» (citata nell’appendice dedicata ai Riferimenti di ricerca) nel caso la proiezione esterna non fosse tale da dare all’Italia una forza sufficiente per pareggiare quella di Francia e Germania: puntare ad allearsi con l’una o con l’altra – per contingenze e non in modo permanente – contando sulla loro divergenza. Ovviamente sarebbe preferibile poter contare su una «Grande strategia» che non debba ricorrere a tale tattica, ma bisogna sempre considerare un piano B. Per inciso,



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