La battaglia di Canne by Massimo Bocchiola & Marco Sartori

La battaglia di Canne by Massimo Bocchiola & Marco Sartori

autore:Massimo Bocchiola & Marco Sartori [Massimo, Bocchiola & Sartori, Marco]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: History, Ancient, Rome, General, Military, Strategy
ISBN: 9788851148836
Google: YgQkDwAAQBAJ
editore: Utet Libri
pubblicato: 2017-06-04T22:00:00+00:00


Fratelli! Ciò che facciamo in vita, riecheggia nell'eternità.

Massimo Decimo Meridio, nel Gladiatore di Ridley Scott.

Dunque le fanterie pesanti sono entrate a contatto. La linea relativamente sottile formata da Galli e Ispani si oppone all'impeto della massa quadrata delle legioni. La resistenza delle fanterie di Annibale è fiera, ma appare inevitabile che verranno sopraffatte. Nel capitolo precedente abbiamo visto come Polibio descrive questo momento, ma ora conviene leggere anche la ricostruzione di Livio (XXII, 47) perché lo scontro sta entrando nella sua fase determinante:

Sul finire della battaglia equestre entrò in campo la fanteria con una lotta dapprima eguale di forze e di animi, mentre rimanevano non interrotte le file dei Galli e degli Spagnoli; alla fine i Romani, pur avendo a lungo e insistentemente tentato di aprirsi un varco, riuscirono con una colonna egualmente compatta a ricacciare indietro un cuneo nemico troppo esiguo e perciò poco solido, che sporgeva dal resto dello schieramento. Respinti poi i nemici, mentre questi si ritiravano precipitosamente, i Romani si diedero a incalzarli.

Il resoconto liviano ricalca quello del predecessore senza scarti significativi. Dapprima Galli e Ispani si oppongono bravamente, poi il loro fronte flette sotto la spinta sostenuta dei legionari. È probabile che a questo punto i Romani delle prime file si convincano che la giornata sia già vinta; e che, seppure nel trambusto e nel clamore della battaglia, la notizia risalga la catena del comando, e risalga i manipoli che premono alle spalle, impazienti di avere una parte nel prevedibile trionfo che si profila.

Di fatto è proprio questo cedimento centrale la carta tattica che Annibale ha azzardato di giocare per volgere a suo favore - con vertiginoso paradosso, degno di un genio militare - la superiorità numerica delle fanterie nemiche. Ma per ora, solo lo stesso Barcide e i suoi generali ne sono al corrente; e ben pochi altri, forse nessuno, possono intuirlo.

Per ora, la realtà dello scontro è il martello legionario che batte contro un'incudine nemica non abbastanza solida e robusta. Insieme al fratello Magone, Annibale in persona ha preso posto proprio fra i reparti centrali della sua armata - i più esposti al pericolo di venire annientati dai Romani - per rincuorare gli uomini e dar loro l'esempio. I Galli seminudi, alti, di pelle chiara, e gli Ispani ancora più bianchi nelle loro tuniche tradizionali, subiscono l'impatto furioso dei manipoli. Questa fase dell'urto fra truppe a piedi in formazioni compatte costituisce l'acme dell'evento-battaglia secondo l'arte della guerra greco-ellenistica ripresa con modalità diverse sia dai Barcidi, sia dai generali della Roma repubblicana. Se la battaglia campale può dirsi una versione bellica delle tre unità aristoteliche della tragedia - di tempo, luogo e azione - questo momento rappresenta il culmine della sua evoluzione drammatica. La scena madre.

In un momento così cruciale, è bene riconsiderare con calma la versione dei fatti che le nostre fonti antiche ci forniscono. E dunque: non c'è dubbio che sia Polibio sia Livio riescano a sciorinare in poche righe un'incisiva sintesi dell'andamento tattico della battaglia. Ma cosa sta accadendo veramente sul



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