La Casa Russia by John le Carré & P. F. Paolini

autore:John le Carré & P. F. Paolini [Carré, John le & Paolini, P. F.]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Gialli e Thriller
ISBN: 9788804611677
Goodreads: 53421143
editore: MONDADORI
pubblicato: 2011-06-28T00:00:00+00:00

"Una boccata d'aria di campagna" mi disse Ned, al telefono interno, un'ora dopo, quand'ero appena rientrato nel mio ufficio alla Sede Centrale. "Di' a Clive che ho bisogno di te."

"Allora, sarà meglio che tu vada, no?" mi disse Clive, che stava ancora a colloquio con i suoi mormoni.

Prendemmo un'auto veloce, una Ford del parco macchine.

Ned si mise al volante. I miei tentativi di avviare una conversazione andarono a vuoto. Mi consegnò un fascicolo invitandomi piuttosto a leggerlo. Quando arrivammo nella campagna del Berkshire, non avevamo scambiato che poche parole.

Quando Brock lo chiamò al telefono di bordo per dargli non so quale ellittica conferma che egli aveva richiesto, Ned si limitò a grugnire. Disse solo: "Allora, diglielo" indi tornò ai suoi rimuginamenti.

Ci trovavamo a sessanta chilometri da Londra, sul più sporco di tutti i pianeti che l'uomo abbia scoperto. Ci trovavamo nei bassifondi della scienza moderna, dove l'erba viene sempre leggiadramente falciata. Gli antichi pilastri del cancello erano sormontati da leoni di granito. Un uomo beneducato in giacca sportiva marrone apri lo sportello a Ned. Il suo collega infilò un rivelatore sotto lo chassis. Beneducatamente, ci tastarono entrambi.

"La valigetta, dovete portarla con voi, eh, signori?"

"Sì" gli rispose Ned.

"Le dispiace aprirla, signore?"

"No."

"La possiamo passare nella cassetta, signori? Non ci sono pellicole non sviluppate, presumo, signore?"

"Prego" dissi io. "Passatela pure nella cassetta."

Sotto i nostri occhi essi calarono la valigetta entro quello che somigliava a una cassetta portacarbone verde, e poi la tirarono fuori.

"Grazie" dissi, riprendendola.

"Piacere mio, signore."

Il furgone azzurro diceva SEGUITEMI Un cane alsaziano ci guardava in cagnesco dal finestrino posteriore a grata. Il cancello si aprì elettronicamente e, varcatolo, ci apparvero monticelli coperti di erba rasa, come tombe di massa rivestite di verde. Collinette color oliva si stendevano verso il tramonto. Una nube a forma di fungo sarebbe apparsa perfettamente naturale. Percorremmo un terreno tenuto a parco. Due avvoltoi volavano formando larghe ruote nel cielo sereno. Alti reticolati recintavano i campi di fieno. Edifici in mattoni si annidavano in artistiche conche. Un tabellone sollecitava a indossare indumenti protettivi nelle Zone da D a K. Un teschio con tibie incrociate diceva: "Siete stati avvertiti". Il furgone innanzi a noi procedeva a passo di funerale. Superata una curva, scorgemmo campi da tennis deserti e torri di alluminio. Tubature colorate correvano accanto a noi, guidandoci verso un agglomerato di verdi capannoni. Al centro di essi, su un'altura, sorgeva l'ultimo vestigio dell'epoca prenucleare: un cottage del Berkshire in mattoni e ardesia, sulla cui porta era scritto:

"Amministrazione". Un uomo corpulento scese incespicando per il sentiero sconnesso, venendoci incontro. Indossava un blazer verde di stile inglese e Portava una cravatta con disegnate racchette da squash d'oro e un fazzoletto infilato dentro il polsino.

"Siete della Ditta, voi. Bene, bene. Io sono O'Mara. Con chi ho esattamente il piacere...? La persona con cui avete chiesto di parlare è di là. Aspetta solo che le faccia un fischio."

"Bene" disse Ned.

O'Mara aveva capelli biondo-grigi e una disinvolta voce militaresca, incrinata dall'alcol. Aveva il collo taurino e le dita da atleta erano diventate color mogano per la nicotina.

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