This Woven Kingdom – Le trame del regno by Tahereh Mafi

This Woven Kingdom – Le trame del regno by Tahereh Mafi

autore:Tahereh Mafi [Mafi, Tahereh]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Fanucci Editore
pubblicato: 2023-04-25T22:00:00+00:00


22

Sto impazzendo?, si chiese Kamran.

Chi mai poteva bussare all’impazzata alla sua porta, a quell’ora? Avrebbe saputo, sicuramente, se il palazzo fosse stato sotto attacco, no? Di certo, ci sarebbe stato più caos, più confusione? Non aveva visto niente di strano dalla finestra, dalla quale stava fissando l’esterno fino a poco prima.

In ogni caso, Kamran si vestì in fretta, e si stava infilando gli stivali quando il bussare si fece all’improvviso più forte. Sapeva che era una sua indulgenza, ma si legò comunque la cintura del fodero alla vita, perché era un’abitudine così radicata che non poteva risparmiarsela.

Il principe andò infine alla porta, aprendola appena prima di perdere la vista all’improvviso. Qualcuno gli aveva gettato un sacco sopra la testa mentre un altro l’aveva preso per le braccia, torcendole dolorosamente dietro la schiena.

Kamran urlò, paralizzato per un po’ da shock e confusione prima che si riprendesse e tirasse indietro la testa forte abbastanza da rompere il naso alla mostruosa figura che lo immobilizzava. L’uomo ruggì dalla rabbia, ma non lasciò andare quasi per niente la presa, e peggio: il secondo assalitore strinse prontamente il cappuccio intorno al collo di Kamran, soffocandolo.

Il principe annaspò cercando di respirare e sentì subito il sapore del cuoio; qualcuno gli aveva infilato una pietra in bocca dall’esterno del cappuccio, assicurandola in posizione con una striscia di materiale che gli stava adesso legando dietro alla testa. Kamran cercò di urlare, di sputarla fuori, ma riuscì solo a produrre suoni soffocati di protesta. Agitò il corpo allora, dimenandosi come meglio poteva, ma i due uomini lo stringevano saldamente, uno torturandogli le braccia in una posizione innaturale, mentre l’altro gli legava le mani.

Fu presto ovvio che a questi uomini era stato ordinato di rapirlo, non di ucciderlo, perché se fosse stato ordinato loro di assassinare il principe l’avrebbero sicuramente già fatto.

Così, Kamran era avvantaggiato.

Dovevano tenerlo in vita, ma per Kamran, la sua vita aveva poco valore ed era più che disposto a perderla lottando per la sua libertà.

Per di più, moriva dalla voglia di combattere.

Il principe aveva contenuto la sua rabbia tutto il giorno, cercando di tenere a bada la tempesta nel suo petto. Questo era dunque un sollievo.

L’avrebbe scatenata, adesso.

Kamran colpì con il piede, tirando un calcio all’indietro tra le gambe dell’assalitore come meglio riuscì. L’uomo urlò, allentando finalmente a sufficienza la presa per concedergli un po’ di manovra, di cui il principe approfittò fino in fondo, colpendo il secondo uomo con il peso della sua spalla, poi con il ginocchio. In pochi secondi, riuscì a liberarsi i polsi dai legacci incompleti, ma era ancora cieco mentre si muoveva; colpiva senza vedere, non curandosi di dove finissero i suoi pugni, o di quante costole rompesse.

Quando ebbe infine respinto entrambi gli uomini abbastanza da concedersi il tempo necessario a strapparsi via il cappuccio, Kamran sfoderò prontamente la spada, sbattendo le palpebre contro la luce improvvisa, prendendo profonde boccate d’aria.

Si mosse verso i due assalitori con tutta la calma possibile, valutandoli mentre si avvicinava. Uno era grosso, uno nella media.



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