La fede armata by Lucia Ceci;

La fede armata by Lucia Ceci;

autore:Lucia, Ceci; [Ceci, Lucia ]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Storia, Saggi
ISBN: 9788815370556
editore: Societa editrice il Mulino Spa
pubblicato: 2022-05-15T00:00:00+00:00


4. Il cerchio di ferro

Più complesso risultò per Roma il posizionamento rispetto ai focolai di lotta armata dell’Ulster. Dinanzi alla nascita del movimento nazionalista irlandese, come si è detto, la Santa Sede aveva assunto una linea neutrale sul piano della forma, ma tendenzialmente propensa a privilegiare il mantenimento di buoni rapporti con il governo di Londra: per la presenza di frange anticlericali e violente tra le file dei repubblicani, ma soprattutto perché si riconosceva alla Gran Bretagna lo status di grande potenza mondiale da cui dipendeva il destino di migliaia di missionari cattolici presenti nelle numerose colonie inglesi. Negli anni della guerra di indipendenza dalla Gran Bretagna (1919-21) e del trattato che aveva sancito la Partition escludendo le Sei contee dell’Irlanda del Nord (1921), il prevalere di un orientamento filobritannico nella Curia aveva indotto i vescovi irlandesi a evitare un coinvolgimento vaticano temendo che Roma puntasse alla salvaguardia delle relazioni diplomatiche con Londra. Tale tendenza dell’episcopato, che pure non aveva assunto una posizione unanime rispetto alla leadership del movimento indipendentista, era proseguita nel corso della guerra civile che aveva insanguinato il paese tra il 1922 e il 1923. La stessa istituzione della nunziatura di Dublino, formalizzata nel 1929, era stata il frutto di faticose trattative.

La proclamazione, nel 1948, della Repubblica d’Irlanda e l’integrazione al Regno Unito delle Sei contee nordorientali, cui era concesso un proprio parlamento, sembrarono garantire una situazione di stabilità. Negli anni della guerra fredda il consolidamento dei rapporti tra Repubblica d’Irlanda e Santa Sede rientrò nel più ampio disegno di ancorare il paese, rimasto neutrale nel secondo conflitto mondiale, al sistema dei rapporti internazionali del blocco atlantico. D’altra parte per il Vaticano l’Irlanda finì col rappresentare «the Catholic country» in grado di tutelare gli interessi cattolici prima nel Commonwealth, poi in Europa e all’interno dell’Onu[56]. In più circostanze Pio XII espresse il proprio apprezzamento nei riguardi della politica confessionale adottata nella Repubblica d’Irlanda, la cui Costituzione si apriva con una invocazione alla Santissima Trinità[57]. Nonostante il rafforzamento dei legami tra Roma e Dublino, tuttavia, le relazioni diplomatiche restarono male organizzate. Ancora negli anni Sessanta la struttura ecclesiale cattolica prevedeva un delegato apostolico per le isole britanniche separato da quello per l’Irlanda, un primate ad Armagh, in Irlanda del Nord, che aveva giurisdizione su tutta l’isola, e un nunzio a Dublino. Il punto di vista vaticano sulle condizioni di vita delle Sei Contee si fondava dunque essenzialmente sulle notizie provenienti da Dublino e da Armagh, che tendevano a sottolineare, prima dell’esplosione della guerra civile, l’esistenza nella regione di un dialogo ecumenico che in realtà non esisteva.

Anche con la Gran Bretagna la Santa Sede intratteneva rapporti diplomatici non pienamente strutturati: il Regno Unito aveva presso il Vaticano non un’ambasciata ma una legazione, mentre a Londra non era accreditato un nunzio. Da parte sua il governo di Londra e la diplomazia britannica evitarono di giocare la carta vaticana nella soluzione del problema nordirlandese per il timore di reazioni negative negli ambienti protestanti in Ulster e nel resto del Regno Unito[58].



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