Due in condotta by Alberto Maggi

Due in condotta by Alberto Maggi

autore:Alberto Maggi [Maggi, Alberto]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Garzanti
pubblicato: 2019-03-09T00:00:00+00:00


20. LA MANO DEL DIAVOLO

È stata per me una grande fortuna essere nato in un’epoca nella quale non andavano di moda i tanti psicologismi odierni, altrimenti mi avrebbero indubbiamente rovinato l’esistenza. Infatti, secondo i parametri attuali, mi avrebbero probabilmente classificato come un bambino difficile, iperattivo, e affiancato certamente a un insegnante di sostegno o somministrato psicofarmaci.

Ero infatti vivacissimo e, soprattutto, fin da piccolo, anarchico, ribelle e refrattario a ogni regola e a ogni imposizione, e questo negli anni Cinquanta era considerato quasi alla stregua di un crimine. Non ero maleducato, i miei mi avevano dato una buona educazione, e facevo far loro sempre buona figura con i conoscenti, ma non accettavo le regole se non le capivo. Volevo sempre capire, essere convinto, mai obbligato, per essere libero, per non avere su di me alcun vincolo che mi potesse in nessun modo limitare. Per questo non ho mai potuto sopportare non solo divieti, regole, costrizioni, ma anche anelli, catenine, bracciali, orologi da polso, cinture… tutto quel che in qualche maniera mi legava, l’ho vissuto sempre come una costrizione, un impedimento al prepotente desiderio di indipendenza e di libertà che ho sempre avvertito in me.

Per mia fortuna, nella scuola ho incontrato quasi sempre insegnanti che mi hanno compreso e aiutato in questo bisogno di libertà, come il professore di ginnastica, che durante l’ora della lezione di educazione fisica mi lasciava libero di sfogarmi e di fare quel che volevo, mentre lui insegnava ai miei compagni di classe.

Così, mentre essi eseguivano docili i noiosi comandi «uno, due, uno due, alzati, piegati…» io volteggiavo tra le funi e le pertiche della palestra. Per questa mia specialità, i compagni mi avevano soprannominato «bertuccia», infatti sembravo una scimmia per come salivo e scendevo veloce sulle pertiche. Salivo rapido su per la fune, e poi mi lanciavo al volo alla pertica distante poco più di un metro, e discendevo, e così, di nuovo, ma salendo questa volta sulla pertica per poi lanciarmi sulla fune. E mentre i miei compagni eseguivano disciplinati gli ordini del professore, io volteggiavo sopra di essi, fantasticando di essere Tarzan nella giungla, a combattere contro immaginari nemici, o di essere su un veliero con i pirati, e l’ora di ginnastica era per me un gran divertimento.

Anche la maestra alle scuole elementari, dopo le iniziali difficoltà e gli inevitabili scontri, è stata con me molto paziente e comprensiva. Non riuscivo a stare seduto nel banco per più di un’ora. E ancora oggi mi chiedo se non sia una violenza costringere bambini in tenera età a trascorrere un’intera mattinata seduti dietro un banco. Mi sembra contro natura: i bambini hanno bisogno di muoversi, giocare, non possono essere ingabbiati come polli di allevamento. Non si può insegnare giocando?

Così, dopo circa un’ora, non sopportando di restare seduto, mi alzavo dal mio posto e cominciavo a girare tra i banchi. I primi tempi la maestra mi rimproverava e puniva mettendomi in castigo dietro la lavagna. Ma quella che per molti era considerata una tremenda umiliazione, non lo era per me.



scaricare



Disconoscimento:
Questo sito non memorizza alcun file sul suo server. Abbiamo solo indice e link                                                  contenuto fornito da altri siti. Contatta i fornitori di contenuti per rimuovere eventuali contenuti di copyright e inviaci un'email. Cancelleremo immediatamente i collegamenti o il contenuto pertinenti.