Tre by Gianfranco Ravasi;

Tre by Gianfranco Ravasi;

autore:Gianfranco, Ravasi; [Ravasi, Gianfranco ]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Studi Religiosi, Filosofia, Voci
ISBN: 9788815374776
editore: Societa editrice il Mulino Spa
pubblicato: 2023-06-15T00:00:00+00:00


Le triadi neotestamentarie

A sorpresa, però, dobbiamo subito segnalare che in quelle pagine sacre cristiane il tre è il numero meno presente: appare solo 68 volte e, in un caso, è all’interno di un toponimo, Tre Taverne, località della via Appia a 33 miglia da Roma, luogo d’incontro di una delegazione di cristiani romani con Paolo che proveniva da Pozzuoli (Atti 28,15). Il più frequente è ovviamente l’eis/en, l’uno (346 volte), seguito dal due (135 volte), dal sette (88 volte) e dal dodici (75 occorrenze). Si tratta, comunque, di cifre tutte care alla simbologia biblica. Dobbiamo, però, aggiungere le 56 volte in cui affiora l’aggettivo trítos, «terzo», che ha – come vedremo – un valore speciale pasquale e che domina per 23 volte nell’Apocalisse: si pensi che nel solo c. 8 (in collegamento col suono delle prime quattro trombe angeliche) echeggia ben 13 volte.

Lasciamo ora la statistica e facciamo scorrere in maniera quasi litanica il nostro numero che segna certamente anche dati concreti, ma che spesso riverbera valori simbolici. Così, se Paolo ricorda che «tre anni dopo» l’esperienza di Damasco e il suo successivo ritiro in Arabia (forse nell’area dei Nabatei nella Giordania meridionale), «salii a Gerusalemme per andare a conoscere Cefa», cioè Pietro (Galati 1,18), è evidente che offre un dato cronologico. Similmente la frequente menzione della necessità di due o tre testimoni per la validità di un atto fa parte dell’oggettiva tradizione giuridica ebraica.

Ma lasciamo ora scorrere una libera esemplificazione di eventi o temi o dati legati al numero tre. Naturalmente poniamo al vertice la triade trinitaria – che tratteremo in modo specifico nel capitolo successivo – così come essa è esplicitata nell’ultima apparizione del Risorto ai suoi apostoli: «Andate e fate discepoli tutti i popoli battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo» (Matteo 28,19). Paolo, invece, usa la formula trinitaria Dio [Padre]-Signore [Figlio]-Spirito (1Corinzi 12,4-6). L’Apocalisse ama definizioni della divinità di taglio trimembre: «Colui che è, che era e che viene» (1,4; 4,8), «Io sono il Primo, l’Ultimo, il Vivente» (1,18). Alla triade divina si oppone quella satanica dissacrante, «tre spiriti impuri» che sono il Drago, la Bestia, la Prostituta.

Sempre nella linea squisitamente religiosa si colloca la trilogia paolina delle virtù teologali: «Rimangono queste tre realtà: la fede, la speranza e la carità» (1Corinzi 13,13). Anche per celebrare la volontà divina nella sua efficacia si ricorre al ritmo ternario. Pietro in visione contempla per tre volte una mensa imbandita con animali impuri, ed è invitato a cibarsene per indicare la scelta di Dio di accogliere nella comunità cristiana anche i pagani «impuri», come il centurione Cornelio (Atti 10,16; 11,10). Ora, però, facciamo fluire una sequenza di altre componenti ternarie il cui dato numerico può oscillare tra la realtà storica e il simbolo.



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