La Legge del desiderio: Radici bibliche della psicoanalisi (Italian Edition) by Massimo Recalcati

La Legge del desiderio: Radici bibliche della psicoanalisi (Italian Edition) by Massimo Recalcati

autore:Massimo Recalcati [Recalcati, Massimo]
La lingua: ita
Format: epub, azw3, mobi
editore: EINAUDI
pubblicato: 2024-08-27T00:00:00+00:00


Fallimento dell’eredità.

Il figliol prodigo è, come Edipo, l’esempio di una cattiva interpretazione della Legge. Nel testo biblico accade anche a Caino10. E lo stesso, come vedremo, vale pure per il fratello primogenito del figliol prodigo. Caino interpreta la Legge di Dio come esercizio di un potere dispotico e discriminatorio; egli, infatti, respinge i suoi doni e accetta quelli di Abele, apparentemente senza alcuna ragione. Il fratello primogenito della parabola lucana, a sua volta, interpreta la Legge come un peso sacrificale da caricarsi sulle spalle. Per l’uno la Legge del padre (di Dio) è un ostacolo alla vita che deve essere superato, per l’altro è un sacrificio inumano a cui bisogna sottomettersi. Si tratta di due letture egualmente falsate della sostanza della Legge. Essa, infatti, come Gesú spiega in ogni modo, non è fatta per schiacciare la vita ma per potenziarla, per liberarla, innanzitutto, dal peso stesso della Legge. Infatti, come abbiamo visto in questo libro, «il Sabato è stato fatto a causa dell’uomo e non l’uomo a causa del Sabato» (Mc 2,27).

Caino, come i due fratelli della parabola, misconosce il senso profondamente umano della Legge. Non sopporta una Legge che non lo ama. Il primogenito vi aderisce invece passivamente, come se fosse un’obbligazione. Diversamente il figliol prodigo la vive solo come un freno ingiusto al suo desiderio. Ma tutte e tre queste interpretazioni della Legge condividono una fatale incomprensione della funzione simbolica del padre riducendo il suo Nome solo a una frustrazione arbitraria della loro vita, quando invece, come Lacan ha mostrato ampiamente, il Nome del padre è il principio simbolico che sostiene proprio il diritto del soggetto alla separazione11.

Il figlio della parabola di Luca subisce tutte le conseguenze di questa lettura errata della funzione simbolica della Legge – che fu originariamente la stessa anche di Adamo ed Eva. Identificando il padre (Dio) come ostacolo all’affermazione della vita del figlio, il conflitto tra le generazioni non viene simbolizzato, ma si cristallizza in una opposizione sterile. Anziché riconoscere il debito simbolico che lo lega al padre, il figlio lo sfida. Il suo fraintendimento della Legge discende, come del resto quello di Caino, da Adamo ed Eva. È agli occhi degli umani che abitano il giardino che la Legge del padre appare per la prima volta come capricciosa e dispotica. Adamo ed Eva, condizionati dal pensiero seduttivo del serpente, pensano, infatti, che il padre (Dio) voglia sbarrare la strada alla loro libertà, voglia godere egoisticamente delle sue sostanze senza dare nulla ai suoi figli12. Non a caso, il figliol prodigo perde se stesso dissipando tutto ciò che il padre gli ha donato. Il suo movimento è una sorta di «esodo alla rovescia». Il suo gesto opposto a quello di Isacco di fronte ad Abramo. Mentre questi obbedisce al desiderio del padre, egli, come Adamo, accusa il padre pretendendo quello che non gli spetta. La sua miopia offusca la visione della Legge come principio di separazione. Per lui la Legge è solo una limitazione repressiva del suo desiderio. Egli non intende come la condizione stessa della libertà passi per l’assunzione della propria dipendenza dall’Altro.



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