La nube della non conoscenza by Anonimo del XIV secolo

La nube della non conoscenza by Anonimo del XIV secolo

autore:Anonimo del XIV secolo [secolo, Anonimo del XIV]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Christian Books & Bibles, Catholicism, Saints, Christian Living, Personal Growth, Churches & Church Leadership, Church Leadership, Education, Adult, Theology, Eschatology, Worship & Devotion, Prayerbooks, Religion & Spirituality, Other Religions; Practices & Sacred Texts, Mysticism, Meditations, Foreign Languages, Italian, Religion
Amazon: B01LWMHBN6
editore: Anonimo Del Xiv Secolo
pubblicato: 2016-09-20T22:00:00+00:00


CAPITOLO XLVIII

Non dico questo perché voglio che tu smetta di pregare ad alta voce se vi sei spinto, o per impedirti di prorompere, nella sovrabbondante devozione del tuo spirito, e rivolgerti a Dio come faresti con un uomo, pronunciando secondo il tuo impulso parole ottime come «Buon Gesù!», «Gesù amato!», «Dolce Gesù!» e altre ancora. No, Dio non voglia che tu la prenda così! Non è questo, in verità, che intendo. E Dio non voglia che io separi ciò che Dio ha unito, il corpo e lo spirito. Perché Dio vuole che lo si serva con il corpo e con l’anima assieme, come è giusto, e premierà l’uomo nella beatitudine del cielo sia nel corpo che nell’anima.

Come a farci pregustare quel premio, talvolta egli infiamma il corpo dei suoi servi devoti qui sulla terra - e non una volta sola o due, ma forse di frequente, quando e come gli piace - di dolcezza e consolazione meravigliose. E di queste, una parte almeno non viene dall’esterno per penetrare nel corpo attraverso le finestre dell’intelletto, ma da dentro, sorgendo e nascendo dall’abbondanza della letizia spirituale e dalla vera devozione dell’anima. Tale consolazione e tale dolcezza non devono essere ritenute sospette, e, per dirla in breve, credo che chi le prova non potrà considerarle sospette.

Ma tutte le altre consolazioni, suoni, gioie e dolcezze che provengono improvvisamente dall’esterno - da dove precisamente non sai -, quelle ti prego di ritenerle sospette. Possono infatti essere sia buone che cattive: opera di un angelo buono se buone, di un angelo cattivo se cattive. Non saranno cattive se gli inganni prodotti dalla curiosità intellettuale e dagli sforzi disordinati del cuore carnale saranno stati rimossi nei modi che ti ho mostrato, o in uno migliore se ne sei capace. E perché? Certo per via di ciò che causa tali consolazioni, e cioè l’impulso devoto dell’amore che dimora in uno spirito puro. Questo è creato dalla mano di Dio onnipotente, senza intermediari, e perciò sarà sempre lontano dall’immaginazione o da qualsivoglia falsa opinione che un uomo possa intrattenere in questa vita.

Delle altre consolazioni, dolcezze, suoni, e di come distinguerli fra buoni e cattivi, non intendo parlarti per il momento. Non penso infatti che sia necessario, perché tutto ciò puoi trovarlo altrove, nell’opera di un altro,32 esposto mille volte meglio di quanto non possa dire o scrivere io. Ogni cosa di cui tratto qui, potrai trovarla trattata lì assai meglio. Che importa, però? Non cesserò per questo, né mi stancherò di cercare di compiere il desiderio e l’impulso del tuo cuore, quali mi hai mostrato di possedere in passato per mezzo delle tue parole, e ora con le tue azioni.

Questo, tuttavia, posso dirti di quei suoni e di quelle dolcezze che penetrano in te dalle finestre del tuo intelletto e che possono essere buoni o cattivi. Esercitati continuamente in questo impulso cieco, devoto e ardente dell’amore del quale ti parlo, e allora non ho dubbi che esso stesso sarà in grado di rivelarteli. E se ti stupirai, in parte,



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