La pace è l'unica strada by David Grossman

La pace è l'unica strada by David Grossman

autore:David Grossman [Grossman, David]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Mondadori
pubblicato: 2024-01-31T12:00:00+00:00


Il destino della nostra democrazia

Ci sono stati molti momenti emozionanti durante gli ultimi giorni e le ultime notti della marcia verso Gerusalemme. Uno di questi è avvenuto la mattina di sabato 22 luglio 2023, quando un’enorme onda umana, sventolante migliaia di bandiere bianche e blu, si è lentamente srotolata dalla cima della collina nella zona di Shoresh per incontrare migliaia di persone in attesa al ponte di Hemed. I due serpentoni si sono mescolati, sono stati offerti bottiglie d’acqua e fette di anguria, ghiaccioli e grappoli d’uva. Si percepiva generosità e buona volontà e un profondo sentimento di condivisione. Si percepiva la rara comprensione che ognuno di noi è “composto” dai molti che erano lì e hanno proseguito la strada insieme fino al Castel, con una temperatura di trentasette gradi e un autentico senso di elevazione spirituale.

Il popolo di Israele ha conosciuto divisioni e spaccature. Sadducei e farisei, chassidim e mitnaggedim. Ma ciò che sta accadendo negli ultimi mesi travalica tutto questo. Non ci sono ancora parole per descriverlo. Per questo fa tanta paura. Forse, in futuro, si rivelerà come l’inizio di un processo che sgretolerà, o forse risolverà, i nodi fossilizzati e pericolosi della nostra società. Nel frattempo, però, fa affiorare menzogne e segreti, offese storiche represse, mancanza di compassione, torti reciproci diventati dolorosamente intollerabili, e un senso di vicendevole malcontento.

Ciò che sta accadendo ci mostra anche quali elaborati meccanismi di autoinganno, di illusione, di lavaggio del cervello abbiamo messo in atto e subìto per evitare, nel corso di settantacinque anni, che tutto questo deflagrasse. Ci mostra come abbiamo imparato a nascondere questi meccanismi, soprattutto a noi stessi, a mascherarli, ad addomesticarli. Ad addomesticarci.

Come suona vuoto oggi il mantra “unità”, che ci è stato propinato per decenni.

Quanto suona falsa la parola “coesione”, quando una parte della popolazione quasi disdegna le angosce, le ansie, le prospettive e i desideri dell’altra.

Ci ritroviamo vulnerabili di fronte a queste dissonanze e a queste menzogne scaraventate di colpo nella nostra fragile realtà. Il terreno ci scivola sotto i piedi. Una grande paura ci lambisce tutt’intorno.

Ecco, per esempio: finora non ci siamo mai detti in maniera tanto schietta che per la nostra esistenza qui in Israele – un’esistenza che, con tutti i suoi difetti, è anche meravigliosa, agognata, unica – dobbiamo ringraziare solo poche centinaia di piloti.

Questa consapevolezza fa paura. Questo fatto, semplice e concreto, fa paura.

E anziché interrogarci sulla legittimità della decisione dei piloti militari riservisti di non prestare servizio, faremmo meglio ad ammettere che se la nostra potenza militare (in altre parole, la nostra vita) dipende in gran parte da quelle centinaia di piloti, dovremmo affrettarci e cercare di arrivare ad accordi di pace con i nostri vicini-nemici. Per non dover più affrontare la sfida di una nuova guerra. Ora scopriamo (ma alcuni di noi lo sapevano da anni) che è questo il supremo interesse per la sicurezza di Israele.

Come per un guizzo di comprensione rimasta sopita per anni, si chiarisce la responsabilità, anzi, la colpa, di coloro che, agendo da artefici della storia ebraica, hanno dato vita al più grande disastro dello Stato di Israele: gli insediamenti.



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