La porta senza chiave by Vari (Gianni Pilo)

La porta senza chiave by Vari (Gianni Pilo)

autore:Vari (Gianni Pilo) [Vari (Gianni Pilo)]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: racconti, horror, copertina
pubblicato: 1987-12-31T23:00:00+00:00


La mattina dopo scese per la prima colazione. Gli ufficiali erano in servizio, e il Capitano occupava la vecchia sedia del Colonnello a capotavola. Si alzò e si inchinò appena Griselda entrò, e lei apprezzò la cortesia con un cenno condiscendente del capo. Ma dentro di se avvampò. Era un gentiluomo, a dispetto della sua uniforme blu.

«Sono in debito con lei, Capitano», iniziò: poi, con un improvviso impulso birichino di snobberia, «Je suis votre redevable, Monsieur Le Capitaine.»

Senza un attimo di esitazione, in modo naturale e in un francese molto migliore del suo, lui rispose semplicemente: «Il n'y a pas de quoi, Mademoiselle; n'y faites pas attention!»

«Ma io desidero parlarne», rispose mentre Abraham tirava indietro la sedia e la faceva sedere al suo solito posto. «Per quanto ferisca il mio orgoglio il fatto di essere in debito con uno yankee...»

«Chi ha detto che sono uno yankee?», la interruppe in tono annoiato reprimendo un sorriso.

«La sua uniforme.»

«Due anni fa indossavo la camicia rossa dei garibaldini, ma non ero italiano, e prima indossavo l'uniforme di Napoleone III Imperatore dei Francesi, eppure non ero francese».

«Che cosa è lei allora,» insistette. «Dove è nato?»

«A Baltimora.»

«A Baltimora», fece eco la donna. «Uno del Maryland, uno che è nato nel vecchio Stato di frontiera, in un'uniforme yankee!»

Ma fece un piccolo timido sorriso mentre diceva così, e il pasto andò avanti fino alla fine senza più parlare di politica.

Imparò la sua storia a gradi. Figlio di un emigrato irlandese, un brillante avvocato che nello stesso tempo era giudice, e di una madre francese, aveva finito i suoi studi in America a 17 anni, ed era stato mandato alla Sorbona a perfezionarsi in diritto civile, prima di tornare a far pratica nello studio del padre. Ma la routine della scuola lo aveva stancato e non aveva nessun rispetto per Giustiniano o per le pandette della Roma Imperiale.

Ogni minuto che poteva rubacchiare allo studio lo trascorreva nelle sale d'armi; e, quando ebbe l'occasione di studiare alla Scuola Speciale Militare, lasciò la legge per sempre: dopo due anni fu nominato Sottotenente di Cavalleria nell'esercito di Napoleone III.

Non ebbe da attendere per il suo battesimo del fuoco. Con le sue truppe andò a Sebastopoli e contribuì ad assalire la torre di Malakoff che tenne malgrado un feroce contrattacco.

L'anno dopo, nella guerra austro-piemontese, cavalcò a Magenta e a Solferino poi, disgustato dalla doppiezza di Napoleone, rassegnò le dimissioni dall'Esercito Francese, e si arruolò nella forze di Giuseppe Garibaldi, aiutandolo ad aggiungere la Sicilia alla nuova nazione Italiana.

Poi giunsero le notizie di una guerra civile in patria e, veterano di tre campagne a 25 anni, si imbarcò per New York, offrì la sua spada al Governo Federale, e gli fu dato il grado di Capitano di Cavalleria.

Desdemona non ascoltò Otello con più attenzione negli occhi pensosi quando questi le raccontava dei suoi viaggi e vicissitudini, di quanto lo facesse Griselda quando Delatour O'Donnel le raccontò della sua vita negli accampamenti e nelle città del vecchio mondo. Quando ebbe finito, Griselda sapeva tutto ciò



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