La principessa di latta: Le indagini di Sally Lockhart by Philip Pullman

La principessa di latta: Le indagini di Sally Lockhart by Philip Pullman

autore:Philip Pullman [Pullman, Philip]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Juvenile Fiction, General
ISBN: 9788867153138
Google: KeilAwk1rTMC
editore: Salani
pubblicato: 2013-01-30T23:00:00+00:00


Capitolo dodici

IL GIOCO DELLA POLITICA

Quarantacinque minuti dopo, Jim stava salendo le scale polverose che portavano alla soffitta dove abitava Karl von Gaisberg. Bussò alla porta, la aprì e alla luce di un fiammifero vide che Karl era profondamente addormentato. Parte del tavolo era ancora occupato dagli avanzi della cena, sui quali banchettava un grosso topo che alla vista di Jim scappò via per an-darsi a rifugiare in un buco nello zoccolo della parete, da cui rimase a fissare l’intruso con sguardo risentito. Accanto al piatto sporco c’era un libro di Schopenhauer con la lama di un fioretto come segnalibro; una candela si era completamente consumata tra le corna del cranio di una capra, sulle cui orbite vuote campeggiava un paio di occhiali rotti; un tappo di champagne chiudeva l’apertura di un calamaio incrostato. Sulla stufa di ghisa era appoggiata una sedia rotta, pronta per essere usata come combustibile; sulla parete sopra il letto di Karl, circondata da cuori disegnati sull’intonaco tutto sbriciolato, spiccava una fotografia dell’attrice Sarah Bernhardt, mentre sul pavimento tutto intorno c’erano almeno una ventina di fogli di carta coperti da macchie d’inchiostro, scarabocchi, cancellature, diagrammi e righe fitte in corsivo gotico. Il documento era intitolato Un esame delle implicazioni idealiste del platonismo di Schopenhauer. A metà dell’ultimo foglio c’era la trionfante parola ‘Fine’.

Jim scavalcò le carte, spalancò gli scuri e agitò rumorosamente l’attizzatoio nella stufa per rianimare le ceneri.

Karl si mosse e gemette.

«Che stai facendo? Chi è là?»

«Sono Jim. Dove tieni il caffè?»

«Nel vaso di fiori. Sul davanzale. Che ora è? Cosa ci fai alzato?»

Karl si mise a sedere e rabbrividì, infilandosi poi in tutta fretta la vestaglia che Jim gli gettò. L’orologio della Cattedrale a un tiro di schioppo di distanza si risvegliò con un cigolio di ingranaggi, molle e pesi e l’antico meccanismo ripeté la sua consueta pantomima prima di battere le cinque, Karl si passò una mano tra i capelli e sbadigliò mentre Jim metteva dell’acqua a bollire sul fornello.

«Ascolta, ragazzo mio» disse, «siamo nei guai…»

Gettò l’ultima gamba della sedia nella stufa e poi si sedette per raccontare a Karl gli avvenimenti di quella notte. Quando ebbe finito, l’acqua nel pentolino di rame stava bollendo e Karl trascinò i piedi sul pavimento gelido per cercare due tazze in un armadio.

«Leopold?» disse. «Ne sei sicuro? È impossibile».

«Io l’ho visto e ho visto anche l’attrice spagnola, e l’ho sentito dalla bocca della vecchia. È vero».

«Ma… Perché? Cui bono? Chi ci ha guadagnato dall’averlo tenuto prigioniero per tutto questo tempo? Di certo non la famiglia reale…»

«No. Non credo neppure che il vecchio re lo sapesse. Il piano è stato ideato da Gödel dall’inizio alla fine. Si è tenuto Leopold come asso nella manica per poterlo un giorno riportare sul trono. Ricordi la rissa in birreria la sera in cui ci siamo conosciuti? Quel tipo, Glatz, continuava a parlare di Leopold. Credo che ci sia una forte corrente di fautori della successione per via dinastica, in particolare negli angoli più oscuri di questo paese.

Gödel sta progettando qualcosa ed



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