La valutazione degli aiuti alle imprese by Guido de Blasio & Francesca Lotti
autore:Guido , de Blasio & Francesca, Lotti [Guido , de Blasio & Francesca, Lotti]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Economia, Prismi
ISBN: 9788815141064
editore: Societa editrice il Mulino Spa
pubblicato: 2009-10-14T22:00:00+00:00
2. Eterogeneità degli entranti e divergenza della performance «post-entry»
Dal punto di vista empirico, un articolato filone di ricerca ha studiato la relazione tra caratteristiche dellâimpresa e degli imprenditori, da un lato, ed evoluzione post-entry delle nuove imprese, dallâaltro, misurata alternativamente con crescita occupazionale, profittabilità e penetrazione del mercato. In generale, è emerso che la dimensione iniziale non è sempre predittore puntuale della probabilità di sopravvivenza. Ad esempio, Audretsch, Santarelli e Vivarelli [1999a; 1999b] non trovano una relazione statisticamente significativa tra dimensione iniziale e probabilità di sopravvivenza in nove dei tredici settori manifatturieri presi in considerazione, risultato che può essere interpretato come indicativo del fatto che gran parte delle imprese entrano con una scala produttiva subottimale, e che dunque la dimensione iniziale è poco informativa rispetto alla loro probabilità di sopravvivenza.
Allâopposto, vincoli finanziari e inadeguatezza del mercato del credito sembrano limitare crescita e probabilità di sopravvivenza delle nuove imprese [Piergiovanni e Santarelli 1995; Xu 1998; Becchetti e Trovato 2002], in linea con lâipotesi che le imprese minori o prive di reputazione vadano incontro a razionamento sui mercati finanziari. Alcuni studi mettono tuttavia in guardia rispetto alla tendenza a sovrastimare questi vincoli, che i nuovi imprenditori tendono a sottolineare e denunciare anche quando essi sono di scarso rilievo o potrebbero essere superati ricorrendo a specifici piani di accumulo [Hurst e Lusardi 2004].
Lâistruzione e il capitale umano dellâimprenditore giocano invece un ruolo importante nellâaumento della probabilità di sopravvivenza e nel miglioramento dellâevoluzione post-entry delle nuove imprese [si vedano, ad esempio, Brüderl, Preisendörfer e Ziegler 1992; Gimeno et al. 1997]. In particolare, le imprese avviate da imprenditori con istruzione e abilità specifiche anziché generaliste in ambito sia manageriale che tecnico-scientifico sembrano essere più chiaramente caratterizzate da una più favorevole evoluzione post-entry [Colombo e Grilli 2005]. Questo contrasta con quanto sostenuto da Lazear [2005], secondo il quale un individuo eclettico e con unâinfarinatura di conoscenze relative a una molteplicità di campi distinti, cioè un cosiddetto Jack-of-all trades, dovrebbe avere una più elevata probabilità di diventare imprenditore, poiché gli imprenditori, dovendo dirigere individui diversi e perseguire una varietà di obiettivi, dovrebbero essere particolarmente versatili ed eclettici. Di conseguenza, i nuovi imprenditori dovrebbero effettuare un investimento in formazione e capitale umano ben bilanciato tra unâampia varietà di competenze ed esperienze. A supporto di questa ipotesi, peraltro suggestiva, Lazear [ibidem] presenta evidenza empirica relativa a un campione di studenti nel quale quelli arrivati a decidere di fare gli imprenditori avevano seguito un percorso di studi e si erano costruiti un curriculum molto più variegato di quelli che avevano infine optato per unâoccupazione alle dipendenze.
Tuttavia, lavori recenti mettono in discussione queste conclusioni, sottolineando che caratteristiche individuali non osservabili potrebbero influenzare allo stesso tempo lâacquisizione di competenze e la scelta occupazionale, nel senso che gli individui più versatili avrebbero un incentivo sia ad acquisire competenze più bilanciate che a diventare imprenditori. In questo caso, non dovrebbe poter essere identificato alcun nesso causale tra varietà delle competenze e scelta di diventare imprenditori. In effetti, Silva [2006] â utilizzando dati longitudinali sulle
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