L'antisemitismo by Steven Beller;

autore:Steven, Beller; [Beller, Steven ]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Storia, Universale Paperbacks il Mulino
ISBN: 9788815353597
editore: Societa editrice il Mulino Spa
pubblicato: 2019-08-15T00:00:00+00:00

Capitolo sesto

Concatenazioni

Prima della tempesta

Le diverse componenti che andavano strutturando l’antisemitismo e che abbiamo delineato nei capitoli precedenti erano ormai tutte al loro posto nel 1914. L’antisemitismo razzista e l’etnonazionalismo avevano bloccato la prospettiva di una piena integrazione degli ebrei nella società europea centro-orientale, in nome dell’inferiorità razziale degli ebrei e della loro esclusione dalla comunità nazionale. L’antisemitismo religioso, riprendendo l’antigiudaismo cristiano, considerava gli ebrei seguaci di una religione superficiale e materialista per ciechi miscredenti. L’antisemitismo economico, fondato sull’invidia e sulla paura della presunta morsa degli ebrei sulla finanza, li accusava di essere la causa della devastazione provocata dal capitalismo nel campo dell’economia tradizionale. L’antisemitismo culturale considerava il razionalismo ebraico, materialista e astratto, responsabile del disincanto del mondo grazie al «governo di Mammona» (un’economia fondata sul denaro) e al socialismo marxista, per non parlare della psicoanalisi freudiana, che pareva ridurre il mondo irrazionale dell’inconscio a una serie di sordidi problemi sessuali.

Era disponibile perfino una dottrina onnicomprensiva della cospirazione mondiale internazionale ebraica. I Protocolli dei Savi di Sion, un falso evidentissimo, probabilmente elaborato intorno al 1902 da membri del servizio segreto russo e basato su varie opere narrative ottocentesche, indicava tutti gli elementi di un complotto ebraico volto a servirsi di capitalismo e socialismo per mettere i non ebrei gli uni contro gli altri, e quindi conquistare il mondo. I Protocolli furono noti solo in Russia fino alla fine della prima guerra mondiale, ma comunque gli antisemiti dell’Europa centrale e occidentale, rifacendosi quanto meno a Der Sieg des Judenthums über das Germanenthum (La vittoria del giudaismo sul germanesimo) di Wilhelm Marr del 1879, avevano sostenuto più o meno gli stessi concetti circa una cospirazione internazionale ebraica che intendeva vendicarsi della società dei gentili.

Nonostante tutto questo, però, la comunità ebraica nell’Europa centro-occidentale aveva ancora diritti uguali agli altri cittadini: molti di loro godevano di un benessere crescente, l’integrazione nella società e nel mondo della cultura procedeva e i singoli iniziavano ad avere un ruolo sempre più importante nella cultura moderna europea. Anche se nel 1914 le varie forme di antisemitismo avevano già messo radici salde, l’antisemitismo politico aveva riscosso un certo successo solo in contesti particolari, come per esempio a Vienna e nell’Austria tedesca, nelle terre della Corona boema, in Galizia e in alcune zone marcatamente rurali della Germania, come l’Assia e la Sassonia, e per altro era ormai in declino. Anche in Russia la comunità ebraica era diventata molto più determinata nella sua reazione contro l’oppressivo stato zarista e gli ebrei potevano guardare con una certa fiducia a un futuro più luminoso, come risultato di una riforma progressista o di una rivoluzione socialista, dal momento che i liberali progressisti russi, come anche i socialisti, appoggiavano una piena emancipazione degli ebrei. Il processo a Menahem Beilis, accusato di omicidio rituale nel 1913, pur riportando alla memoria il passato atavico russo, terminò con l’assoluzione dell’imputato e vide molti intellettuali russi criticare le macchinazioni antisemite delle autorità zariste.

È innegabile che l’emergere dell’antisemitismo in tutte le sue diverse forme ebbe un’influenza profonda sulla condizione degli ebrei nell’intera società europea.

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