Lawrence d'Arabia by Franco Cardini

Lawrence d'Arabia by Franco Cardini

autore:Franco Cardini [Cardini, Franco]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Sellerio Editore
pubblicato: 2019-09-02T22:00:00+00:00


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Sionismo e diplomazia

Frattanto, in Europa, si era avviato un importante processo di reallineamento delle alleanze: il nuovo Kaiser di Germania Guglielmo II aveva espresso decisi segni di stanchezza dinanzi alle prospettive di costante accordo con la Gran Bretagna vittoriana, mentre sembrava voler ridefinire i suoi rapporti con la Sublime Porta. Ciò non mancava di preoccupare tanto Londra quanto San Pietroburgo, che difatti si stavano affrettando a trovare fra loro un’intesa che consentisse ad entrambe di uscire dalle pericolose strettoie del Great Game in Asia Centrale.

Il pericolo che si andava parando dinanzi al giovane, dinamico e un po’ inquietante imperatore germanico era quello di provocare un riavvicinamento di Russia, Francia e Inghilterra teso a parare le sue mosse. Ma egli non sembrava curarsene: e a darne prova fu lo spettacoloso «viaggio trionfale» che nel 1898 lo condusse nei principali centri del sultanato ottomano: a Istanbul, dove donò alla città un pretenzioso e ricco monumento eretto nella piazza At Meydani – letteralmente «Piazza dei Cavalli», l’Ippodromo –, l’ancor esistente Fontana del Kaiser, invero alquanto simile al gazebo di una città termale (d’altronde gli stambulioti amavano ed amano le fontane); poi a Damasco dove, a pochi passi dalla grande moschea degli umayyadi, egli rese omaggio al mausoleo del Saladino con il dono di alcune pesanti lampade d’argento; e quindi a Gerusalemme, dove fece il suo trionfale ingresso a cavallo sotto un solenne baldacchino attraverso una breccia all’uopo praticata nelle secolari mura di Solimano, accanto alla Porta di Giaffa, circondato dai coloni «sionisti» tedeschi in veste crociata e dove dispose la costruzione a sue spese della chiesa evangelica del Salvatore presso la basilica della Resurrezione e di quella cattolica della Dormizione della Vergine sul Sion. In tale occasione, e appunto nella Città Santa, il Kaiser ricevette anche Herzl e ascoltò non sappiamo con quanta attenzione i sui progetti: ma non ne venne fuori granché.

A questo punto, era evidente che Herzl decise di «cambiare cavallo». Il nuovo corso della politica europea era già avviato: e la sua scelta era pertanto inequivocabile. Egli si rivolse nel 1902 a Joseph Chamberlain, ministro delle colonie del governo Balfour, «padre storico» dell’imperialismo britannico moderno e a sua volta convinto che si dovesse trovare una soluzione «nazionale» al problema ebraico. Cercando di strappare all’illustre personaggio una concessione territoriale il più possibile vicina a Gerusalemme, Herzl gli aveva chiesto di poter impiantare il nuovo national home ebraico a Cipro oppure nella zona di al-Arish sita nel margine nord-orientale della penisola del Sinai: l’una e l’altra facevano sul piano nominale parte dei domìni del sultano, ma in realtà erano controllate da Sua Maestà Britannica. Ci si orientò sulla seconda località: ma era necessario risolvere all’uopo una serie di questioni giuridiche per le quali Herzl chiese al rappresentante del movimento sionista in Inghilterra Leopold Greenberg d’individuare un legale adatto: la scelta cadde su David Lloyd George della Lloyd George, Roberts & Co. di Londra, brillante avvocato e membro della Camera dei Comuni. Le trattative non ebbero esito in quanto il governatorato britannico d’Egitto



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