Le 120 giornate di Sodoma by Donatien Alphonse François de Sade

Le 120 giornate di Sodoma by Donatien Alphonse François de Sade

autore:Donatien Alphonse François de Sade
La lingua: ita
Format: epub
editore: Ugo Guanda
pubblicato: 1983-01-01T00:00:00+00:00


Quindicesima giornata

Raramente v'erano colpevoli il giorno successivo alle sanzioni.

Quella volta non ce ne fu nessuno, e poiché si era sempre molto rigidi nei permessi di defecare al mattino, soltanto Hercule, Michette, Sophie e la Desgranges ottennero questo privilegio, e Curval eiaculò ammirando quest'ultima che la faceva.

All'ora del caffè non accadde quasi nulla, se non qualche titillamento di chiappe e qualche suzione di buchi del culo e, quando fu il momento, tutti si trasferirono in gran fretta nel salone dove la Duclos riprese in questo modo la narrazione:

- Era appena arrivata dalla Fournier una ragazza di dodici o tredici anni, un altro frutto dell'opera di seduzione di quell'uomo straordinario di cui vi ho parlato; sono però certa che da molto tempo non gli capitava di traviare una creatura così graziosa, fresca ed attraente. Era bionda, alta per la sua età, degna di un ritratto, con lineamenti dolci e voluttuosi, gli occhi più belli del mondo, e tutta la sua affascinante figura emanava un'armonia dolce e interessante che la rendeva veramente incantevole. Ma a quali umiliazioni era destinata una simile bellezza, quale vergognoso esordio le veniva preparato! Era la figlia di un'agiata negoziante di biancheria per la corte, certamente destinata ad una sorte diversa dall'essere puttana, ma più l'uomo in questione con la sua perfida arte di seduzione riusciva a negare nelle sue vittime ogni gioia di vivere, più era felice. La piccola Lucile, appena giunta, era destinata a soddisfare gli sporchi e rivoltanti desideri di un uomo che, non pago delle sue passioni abiette, voleva sfogarle sopra una vergine. Eccolo! Era un vecchio notaio, pieno di soldi, che univa alla ricchezza quella brutalità che l'avarizia e la lussuria conferiscono ad un'anima ormai corrotta. Gli viene mostrata la bambina, ma per quanto sia splendida, il suo primo gesto è di repulsione: brontola, borbotta tra i denti che a Parigi è ormai impossibile trovare una bella ragazza; alla fine s'informa se sia proprio vergine, glielo garantisco, propongo di farlo toccare con mano.

- Ma cara Madame Fournier, guardare una fica io? Per chi mi ha preso? Non lo penserete realmente, spero: mi avete forse mai visto apprezzare una fica da quando frequento questa casa? Me ne servo, è vero, ma in un modo che non dimostra grande interesse da parte mia -.

- D'accordo, Signore -, disse la Fournier, ma in questo caso fidatevi di me. Vi garantisco che è vergine come un bimbo alla nascita -.

Salgono, e come potete immaginare corsi al mio buco, piena di curiosità per l'incontro. La povera Lucile dimostrava una vergogna che non saprei descrivere se non con le stesse iperboliche espressioni necessarie ad illustrare l'impudenza, la grossolanità, il caratteraccio del suo amante sessantenne.

- Che cosa fai, lì impalata come un somaro? -. Le dice bruscamente. - C'è forse bisogno di dirti che devi sollevare le gonne? E' da due ore che aspetto di vederti il culo, quindi, coraggio! -.

- Ma, Signore, cosa vuole fare? -.

- Perdio! E me lo domandi?...Cosa voglio fare? Per il momento solleva le gonne e mostrami il culo -.



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