L'economia è politica by Clara E. Mattei

L'economia è politica by Clara E. Mattei

autore:Clara E. Mattei [Mattei, Clara E.]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Fuoriscena
pubblicato: 2023-11-15T00:00:00+00:00


Tre forme di coercizione

Per disarmare il dissenso e disinnescare il pericolo che il sistema vada in crisi, l’austerità assume tre diverse forme di coercizione, spesso profondamente interrelate tra loro: fiscale, monetaria e industriale. Le vedremo in azione all’inizio del Novecento, dopo la Prima guerra mondiale e con l’affermazione del fascismo, fino a ritrovarle nelle politiche di oggi.

L’austerità fiscale si impone con il taglio delle spese sociali (salute, istruzione, casa eccetera) e con una tassazione regressiva: crescono le imposte sul consumo, che colpiscono maggiormente i più poveri, mentre calano le tasse sui redditi delle persone benestanti. Il caso più macroscopico è la tassa di successione, che assume un valore sostanzialmente irrilevante per le entrate fiscali ovunque nel mondo. L’Italia è considerata un paradiso fiscale per le eredità. Le tasse di successione sono tra le più basse a livello globale, con un’aliquota che varia dal 4 all’8 per cento, e si applicano solo ai patrimoni superiori al milione di euro.1

L’austerità monetaria si manifesta attraverso l’aumento continuo dei tassi di interesse: buone notizie per i creditori, cattive invece per le famiglie che dipendono dai prestiti per la propria sopravvivenza quotidiana e che si troveranno a dover pagare in molti casi mutui più alti. Inoltre, il maggior costo del denaro fa crescere anche le spese del governo per i servizi sociali, che dunque saranno tagliate, e colpisce il mercato del lavoro. L’alto costo del denaro, infatti, fa rallentare l’economia: meno opportunità e una maggiore disoccupazione minano il potere contrattuale dei lavoratori.

Infine, l’austerità industriale è visibile nell’intervento diretto dello Stato sul mercato del lavoro, privatizzando, abbattendo diritti acquisiti e indebolendo i sindacati.

Le tre anime dell’austerità – fiscale, monetaria e industriale – si rafforzano a vicenda e lavorano all’unisono per spostare continuamente le risorse dai lavoratori ai detentori di capitale. La profonda razionalità di queste manovre, pensate per proteggere il modello di società in cui viviamo, è data dal fatto che esse raggiungono due obiettivi con un unico sforzo. Il primo obiettivo: l’austerità incrementa la dipendenza dei lavoratori dal mercato. Il crollo della spesa sociale e dei salari assicura che, per la grande maggioranza della popolazione, il diktat «lavora duramente, risparmia duramente» sia l’unica forma di vita praticabile e insieme la più nobile. Alzare i tassi di interesse e smantellare la sanità pubblica, per esempio, sono altrettanti modi di indebolire il lavoro dipendente: se hai paura di perdere il posto e con esso la possibilità di pagarti le cure mediche, diventerai più malleabile e più controllabile. Se le opportunità di lavoro scarseggiano, i salari diminuiscono e lo Stato smantella, insieme alla sanità, anche la scuola, l’edilizia sociale, i trasporti e i servizi pubblici; ciò significa che dovremo quotidianamente preoccuparci di avere soldi in tasca per soddisfare i nostri bisogni elementari. Se abbiamo a malapena l’energia per arrivare alla fine del mese, come possiamo trovare la forza per partecipare a qualsiasi iniziativa collettiva per tutelare i nostri diritti?

Il secondo obiettivo: le medesime politiche economiche favoriscono l’investimento di capitale attraendo i pochi detentori di ricchezza grazie a sussidi



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