L'Iliade cantata dalle dee by Marilù Oliva

L'Iliade cantata dalle dee by Marilù Oliva

autore:Marilù Oliva [Oliva, Marilù]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Solferino
pubblicato: 2023-02-15T00:00:00+00:00


Eris

Qualcuno potrebbe cianciare che tutto è cominciato da me. Se io non avessi gettato quella mela a creare un po’ di trambusto, Paride non avrebbe scelto tra le dee, Afrodite non gli avrebbe promesso la donna più bella del mondo ed Elena ora sarebbe a Sparta, annoiata e insoddisfatta. Ma la parte più viscerale di me, quella più istintiva, mi spinge a credere che i Greci avrebbero trovato un altro pretesto per attaccare.

Io semino discordia e son ben felice di raccogliere bufere. Il conflitto non mi basta mai. Che si sgozzino a vicenda, questi uomini! Scarafaggi dell’immenso che è stato loro elargito, parassiti per ottusità. Io sono nata dalla loro incapacità di vivere in amabile intesa. Eppure basterebbe così poco per capirsi e fugare il rischio di ogni guerra: abbandonare le ambizioni smodate, comunicare, accordarsi. Tenersi per mano, tanto la fine di ciascuno è all’orizzonte.

Invece no, questi idioti preferiscono la sopraffazione e più esercitano violenza più io scintillo in ogni genere di conflitto – dispetti, incomprensioni, equivoci, malintesi, inganni – anche se mia prediletta è la sanguinaria guerra. Nulla mi sfugge perché posso crescere a dismisura, fino a toccare il cielo con l’elmo, mentre i piedi restano ben saldi al suolo. Ora, ad esempio, mi ergo gigantesca e le nuvole inumidiscono l’elmo che sbuca tra loro.

Agamennone non sa più con chi prendersela, lui che era solito braccare chi voleva – sua moglie, sua figlia, ogni schiava gli passasse tra le mani – ora si sente finalmente incastrato e io lo scruto con un sorriso malevolo.

Si stacca dalla testa i capelli a ciocche per la disperazione, spettacolo divertente. Sembra tanto mansueto, adesso. Così spesso i superbi diventano degli agnellini quando si spalanca loro la terra sotto ai piedi. E ha ben ragione di preoccuparsi, i Troiani stanno sfondando i loro argini!

Mai si è visto un guerriero che, da solo, abbia provocato loro tanti danni: Ettore imperversa, nessuno lo ferma mentre i due eserciti infuriano come lupi.

Il grande condottiero ora è divorato dal rimorso e si mangia le mani per aver trattato così Achille. Se solo potesse tornare indietro, gli lascerebbe la sua concubina e gli regalerebbe altre mille Briseidi. Illuso! Non si può arrotolare il tempo a ritroso, per questo bisogna valutare oculatamente ogni azione.

Ci vuole tanto a capirlo? Il tempo è accessibile solo a noi divini, gli umani si devono accontentare dei suoi rintocchi granitici. Che buffi questi omuncoli che agiscono senza prevedere e si muovono incapaci di decriptare gli eventi. Prima fanno gli smargiassi, poi, se le cose non volgono a loro favore, piagnucolano quasi fossero dei poppanti.

Proprio come Agamennone, che si contorce tra il rimorso e la mortificazione.

Gli soffio attorno del vento di livore affinché questo sentimento si gonfi fino quasi a farlo scoppiare. Abboccano così facilmente i prepotenti, si scaldano in un attimo: il potente sovrano non si tiene, non gli basta più aver ridotto in pezzi quasi ogni oggetto della sua tenda.

La vestizione per la guerra è un’abitudine liturgica e già il re di Micene galoppa sul suo carro trainato da magnifici cavalli, puntando sui destinatari del suo fardello.



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