L'Italia dei secoli bui - Il Medio Evo sino al Mille by Roberto Gervaso & Indro Montanelli

L'Italia dei secoli bui - Il Medio Evo sino al Mille by Roberto Gervaso & Indro Montanelli

autore:Roberto Gervaso & Indro Montanelli [Gervaso, Roberto & Montanelli, Indro]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Storia, Europa, Italia, Saggistica, Medievale
ISBN: 9788858642887
Google: U4ovhNzwdBQC
editore: Bur
pubblicato: 2013-05-29T22:00:00+00:00


10. LA CHIESA E LE ERESIE.

CON LA Prammatica sanzione, abbiamo detto, Giustiniano aveva delegato ai Vescovi i poteri che sino allora erano stati esercitati dai Prefetti. Ma non era una rivoluzione. Era solo il riconoscimento e il legale avallo di una situazione che già esisteva. In mancanza di uno Stato, la Chiesa ne assume le funzioni. Così diventa protagonista anche della storia politica - e non solo di quella spirituale - del nostro Paese; e ci obbliga a studiare un po’ meglio la sua organizzazione anche a costo di un lungo passo indietro.

Le prime ecclesie - o comunità di fedeli - non erano state né più né meno che delle cellule, come oggi si chiamano quelle comuniste. Erano sparse un po’ dovunque, in tutte le città dell’Impero dov’era giunta la parola degli Apostoli. A capo di ogni comunità era posto un Presbitero, cioè un prete, liberamente scelto dalla piccola assemblea dei fedeli. Ad assisterlo furono designati i Diaconi, i Suddiaconi, gli Accoliti, i Lettori e gli Esorcisti, ai quali era affidata la cura degli ossessi e degli epilettici. Nessuna di queste funzioni costituiva una carriera. Nelle prime ecclesie ognuno prestava la propria opera volontariamente e gratuitamente. A latere, per così dire, dei Diaconi c’erano le Diaconesse, qualcosa come le Dame della San Vincenzo o l’Esercito della Salvezza. Costoro assistevano i poveri e i malati. A fornirne i quadri erano soprattutto le vedove.

In un primo tempo le ecclesie non ebbero tra loro rapporti gerarchici. Il Presbitero rispondeva della propria condotta solo a Dio e ai fedeli che lo avevano eletto. Il che garantiva una perfetta democrazia, ma non costituiva un’organizzazione. Di un’organizzazione vera e propria si cominciò ad avvertire la necessità con la diffusione capillare e massiccia del Cristianesimo nelle province dell’Impero. Moltiplicandosi le ecclesie, in ogni città i vari Presbiteri finirono per eleggere un Episcopo, un Vescovo, che ne coordinasse l’azione. Nel IV secolo cominciarono ad apparire i primi Arcivescovi, i Metropoliti e i Primati, ch’erano i supervisori dei Vescovi di una provincia. Finché in cinque città - Roma, Costantinopoli, Antiochia, Gerusalemme e Alessandria - fu installato un Patriarca. Quello di Roma si chiamò Papa. Ma il titolo veniva usato anche per molti altri Vescovi. Il Papa di Roma era soltanto il Vescovo di Roma eletto, come tutti gli altri, dal clero e dal popolo della città.

Su richiesta di un Arcivescovo, tutti i Vescovi di una provincia si riunivano in un Concilio che, perciò, si chiamava provinciale. Quando ad esso facevano capo tutti i Vescovi dell’Oriente o tutti quelli dell’Occidente, prendeva il nome di plenario. Se riuniva sia gli uni che gli altri, si chiamava generale o ecumenico. E le sue decisioni, in questo caso, erano vincolanti per tutti i Cristiani. Fu da questa unità che venne alla Chiesa il nome di cattolica, che vuol dire universale. Fin dai primi tempi, fu stabilito che i Presbiteri dovevano aver compiuto i trent’anni e gli Episcopi i cinquanta.

I Cristiani delle origini compivano i loro riti in case solitarie o in cantine.

La Santa Messa, che oggi viene di regola celebrata al mattino, allora veniva officiata la sera.



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