Lo statuto delle lavoratrici by Irene Soave

Lo statuto delle lavoratrici by Irene Soave

autore:Irene Soave [Soave, Irene]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Bompiani
pubblicato: 2024-02-14T00:00:00+00:00


27 Kenny ha davvero commesso una cosa di cui è previsto che debba vergognarsi.

28 Eppure il papa non aveva ragione: lo dimostrano le statistiche elettorali dell’affluenza quando si votò per l’aborto. Nelle campagne e nelle zone montane, tradizionalmente, trionfava l’astensionismo, soprattutto femminile. Nel 1981, al doppio referendum indetto per far tornare illegale l’aborto (da destra) o per estendere la legge che lo disciplinava, la 194 (da parte dei radicali), l’affluenza nelle zone rurali fu insolitamente in linea con quelle urbane. Le donne delle campagne e soprattutto delle zone montane più remote erano tormentate dalle violenze sessuali: il “martirio” di Maria Goretti in campagna, avvenuto all’inizio del Novecento, era lì a dimostrarlo. Spesso le violenze lasciavano conseguenze e le donne erano costrette ad abortire pericolosamente. Quando si trattò di dire la loro sull’interruzione di gravidanza, ancorché residenti in zone profondamente cattoliche, volarono a difenderlo alle urne praticamente in massa.

29 O, per attingere alla cronaca più recente, scoprire che i tuoi colleghi hanno un file Excel in cui sei catalogata come “cessa”, però “scopabile” se “messa a pecora”: questi erano i commenti condivisi nella famigerata “chat degli 80”. Vi partecipavano un’ottantina di professionisti di una grande agenzia pubblicitaria milanese. L’esistenza di questa chat è stata rivelata nel 2023 in un’intervista su Facebook, ma la sua scoperta da parte dell’agenzia risale a qualche anno prima, senza particolari provvedimenti disciplinari.

30 Gli undici Gradi dell’umiltà teorizzati da Bernardo, a leggerli, sono una perfetta guida per un dipendente di un’azienda, specie se un po’ all’antica; anzi, sono proprio i comportamenti generalmente richiesti. Bernardo di Chiaravalle li enumera su una scala in salita. Eccone alcuni. Manifestare sempre umiltà, di cuore e di corpo, con gli occhi fissi a terra: e vengono in mente le retoriche dell’“umiltà” di cui sono permeati lo sport, il mondo dello spettacolo, le culture aziendali. Riconoscersi e credersi inutile a tutti e indegno di tutto. Con obbedienza abbracciare le difficoltà. In piena obbedienza, sottomettersi agli anziani. Non amare la propria volontà. Il perfetto monaco, “umiliato”, è anche il dipendente perfetto.

31 Der Spiegel, maggio 1977.

32 Basta, per favore, basta, parlare di “stigma mestruale” se si vive in un Paese del G20.

33 Dopo il Rapporto Hite, 1976: il rapporto Hite sugli uomini, non tradotto in italiano, 1981; Le donne e l’amore, 1987; Sesso & Business, 2000.

34 Ancora la chat dei pubblicitari di cui alla nota 29.

35 “The Collective Power of #MeToo”, Dissent Magazine, primavera 2018.

36 Esiste la violenza sessuale (art. 609 bis c.p.), o la “molestia” la cui definizione però è generica (art. 660 c.p.). Finora i comportamenti sessualmente molesti o non sono stati riconosciuti o sono stati riferiti ad altri reati: o sono stati assimilati alla violenza sessuale, nei casi più gravi, o sono stati ridotti a violenza privata. Già da due legislature c’è chi tenta di introdurre il reato di molestia sessuale nel codice penale: il più recente disegno di legge è stato presentato dalla senatrice Pd Valeria Valente, e disegna l’introduzione di un articolo 609 ter. 1 del codice penale in cui



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