L'uso politico dei paradigmi storici (2014) by Luciano Canfora

L'uso politico dei paradigmi storici (2014) by Luciano Canfora

autore:Luciano Canfora [Canfora, Luciano]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Editori Laterza
pubblicato: 2016-03-04T23:00:00+00:00


Note

1 Sulla modernità del concetto di rivoluzione si sofferma K. Griewank (Der neuzeitliche Revolutionsbegriff, Europäische Verlagsanstalt, Frankfurt/Main 1969; trad. it., Il concetto di rivoluzione nell’età moderna, La Nuova Italia, Firenze 1979), il quale mette in luce come revolutio – parola tardo-antica – abbia tutt’altro significato: quello del moto che riconduce al punto di Partenza.

2 Furet, Penser la Révolution française, trad. it. cit., p. 17 (d’ora in poi cito, nel testo, solo le pagine della trad. it., La critica della Rivoluzione francese, cit.).

3 Onde non a torto ha scritto Daniel Guérin nel 1978 che la storiografia sulla Rivoluzione francese è sempre stata «una guerra civile tra storici» (Proudhon oui & non, Gallimard, Paris 1978, p. 21). «Difficile dargli torto» commenta Bruno Bongiovanni nella Prefazione alla trad. it. di Guérin, Borghesi e proletari nella Rivoluzione francese, La Salamandra, Milano 1979, p. 21 (ed. or. Bourgeois et bras nus 1793-1795, Gallimard, Paris 1973).

4 Quando la televisione francese diffuse (dicembre 1975) un filmato su di un «campo» presso Riga, Georges Marchais, segretario del Pcf, prese l’iniziativa di chiedere pubblicamente al governo dell’Urss una smentita. La «Pravda» lo rimproverò per aver creduto al falso (19 dicembre 1975).

5 «Selon moi, la gauche est morte de ce que les principes qu’elle utilisait n’avaient jamais été mis clairement sur le papier ou dans les esprits» (Violence et Fraternité, intervista al «Nouvel Observateur», lunedì 17 marzo 1980, p. 53).

6 Cfr. M. Rubel, Riflessioni sull’utopia e sulla rivoluzione, in Socialist Humanism, a cura di E. Fromm, Doubleday & C., New York 1965; trad. it., L’Umanesimo socialista, Dedalo, Bari 1971, p. 243.

7 O. Spengler, Jahre der Entscheidung, Beck, München 1933; trad. it., Anni decisivi, Bompiani, Milano 1934, p. 127.

8 V. Strada, Le porte chiuse del leninismo (In margine al convegno su Bucharin), «Corriere della Sera», 14 luglio 1980, p. 6. Analoghe considerazioni Strada svolge nell’Introduzione alla traduzione di Martov, Bolscevismo mondiale, cit., p. XXII.

9 Nei Frammenti sulle Istituzioni repubblicane, a cura di A. Soboul, Einaudi, Torino 1952, il foglio 56 del manoscritto (= p. 115 dell’ed. Soboul) è tutto dedicato alle criminose «fazioni». Nel primo di essi si legge tra l’altro: «Qualsiasi fazione è pertanto criminale perché tende a dividere i cittadini, qualsiasi fazione è pertanto criminale perché neutralizza la potenza della virtù pubblica».

10 Suppl. IV, Frankfurt 1848, p. 232, s.v. «Parteien».

11 Lo mette bene in luce, in polemica con Furet, L. Guerci, Furet e la rivoluzione francese, «Studi storici», XXI, 1980, n. 2, p. 239.

12 E sintomatica è la replica di Trockij (in appendice a: I. Mett, La Commune de Kronstadt, Spartacus, Paris 1949; trad. it., 1921: la rivolta di Kronstadt, Edizione Partisan, Roma 1970, p. 125): «Gli idealisti e i pacifisti hanno sempre accusato di ‘eccessi’, ma il punto principale è che gli ‘eccessi’ scaturiscono dalla natura stessa della rivoluzione che in sé non è altro che un ‘eccesso’ della storia. Chi lo vuole può su questa base rifiutare (scrivendo qualche articolo) la rivoluzione in generale». Questo scritto di Trockij è del luglio 1938: la replica non è rivolta



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