Maïti. Resistenza e perdono by Maïti Girtanner & Guillaume Tabard

Maïti. Resistenza e perdono by Maïti Girtanner & Guillaume Tabard

autore:Maïti Girtanner & Guillaume Tabard [Girtanner, Maïti & Tabard, Guillaume]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Biography & Autobiography, Historical, History, Military, World War II, Political Science, Colonialism & Post-Colonialism
ISBN: 9788852607127
Google: u_zvzgEACAAJ
editore: Itaca
pubblicato: 2022-04-14T22:00:00+00:00


8 Cfr. Gv 17,12.

V

«Hitler passerà, Beethoven resterà»

Con la guerra ci eravamo stabiliti a Bonnes, ma io dovevo prima di tutto finire i miei studi. Avevo superato il primo bac, mi restava il secondo, senza parlare delle lezioni di pianoforte. Ad essere sincera, se continuare con la musica era per me essenziale, direi anche vitale, proseguire con gli studi scolastici m’interessava meno. L’entrata nella Resistenza aveva fissato in me un nuovo imperativo. Il mio dovere era là. Non mi vedevo da nessun’altra parte fino a quando quella missione non fosse conclusa. Sotto quale forma? Non lo sapevo. Non avevo la minima idea di quanto sarebbe durata l’occupazione o quali forme avrebbe assunto il combattimento per la Francia libera o quale ruolo avrei dovuto assumere. Nella mia testa era chiaro solo che sarei dovuta andare fino in fondo a quello che le circostanze avevano deciso per me e nelle quali leggevo chiaramente una chiamata della Provvidenza. Dunque, gli studi...

Presto però compresi che una vita da allieva o da studentessa mi avrebbe fornito una copertura ideale per tutte le altre attività: era un eccellente alibi per andare e tornare regolarmente tra Parigi e Bonnes.

Nei primi anni abitavo nell’hôtel particulier9 della famiglia Vergie, i nostri amici e vicini di Poitou che possedevano il castello di Touffou. Il nostro appartamento di Saint-Germain-en-Laye era stato dato in prestito a degli amici dei miei nonni e, in più, sarebbe stato meno comodo per me. A Parigi, i Vergie abitavano al numero 45 di Avenue d’Iéna. Mi prestarono una camera al secondo piano. Uno dei miei due zii abitava nello stesso edificio.

In seguito, all’inizio del 1943, per quel che mi ricordo, mi trasferii. Le mie attività di resistenza a Parigi divennero troppo regolari e la vicinanza con Place de l’Étoile, nei dintorni della quale si trovavano un buon numero di centri nevralgici tedeschi, divenne troppo pericolosa. Abbandonai dunque Avenue d’Iéna per alloggiare alla villa Molitor, più a sud nella XVI circoscrizione, a casa del conte e della contessa Jean de Beaumont. Ritornerò su questo.

La mia presenza a Parigi, anche se non era costante, era dunque legittima, e totalmente spiegabile. I miei viaggi tra la Vienne e Parigi erano molto frequenti. Cambiavano secondo le stagioni, ma raramente intercorsero più di quindici giorni tra due viaggi.

Salivo spesso sul treno. Gli abitudinari del TGV d’oggi sorriderebbero nell’apprendere che all’epoca ci volevano tra le sei e le sette ore per andare da Poitiers o Chatellerault a Parigi. Gli ultimi due vagoni non erano forniti di sedie. Era permesso salire con la bicicletta, cosa che faceva molta gente, a cominciare da me, evidentemente, poiché avevo bisogno della mia bicicletta per percorrere i venti chilometri che separavano Bonnes da Poitiers, e soprattutto per circolare a Parigi.

In altre occasioni approfittai del camion della famiglia Vergie che percorreva la Francia per rifornire il commercio delle bottiglie di Suze. Questo mi permetteva da una parte di rifornire la mia famiglia rimasta a Parigi di buoni prodotti provenienti dalla campagna, cosa che rompeva fortunatamente per loro le restrizioni



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