McCray Cheyenne - 2006 - Stregata dalla magia by McCray Cheyenne

McCray Cheyenne - 2006 - Stregata dalla magia by McCray Cheyenne

autore:McCray Cheyenne [McCray Cheyenne]
La lingua: ita
Format: epub, mobi
Tags: Erotica, Fiction, Horror
ISBN: 9788876153129
editore: Castelvecchi
pubblicato: 2010-01-01T23:00:00+00:00


San Francisco

15

Era dentro la galleria. Le pareti le si stringevano addosso mentre procedeva. Odore di terra umida e zolfo e la puzza di pesce andato a male le assalirono le narici. Inspirò ancora. Scese sempre più giù, lungo il tunnel. Continuava ad aspettarsi che il sangue le si rovesciasse addosso, ma tutto quello che la sua bacchetta illuminava era il passaggio che proseguiva. Si senti più fiduciosa. Non andava così male. Niente che non potesse controllare. Era una strega.

Si accigliò. Davanti a lei, la galleria piegava da una parte, la luce rossa sgorgava come sangue da un angolo e si mescolava a quella dorata della sua bacchetta, trasformandola in una sorta di cremisi. Che cosa era quello? Un essere con la chioma fatta di fiamme? No. Era follia. Non c'era niente lì. Ma la sua fiducia scomparve e il cuore le balzò in gola.

Quando girò l'angolo, si fermò bruscamente. Era in un sentiero molto stretto. Sotto di lei c'era una gigantesca caverna con stalattiti e stalagmiti. Non aveva mai visto un posto così incredibilmente grande. Le Pareti erano di roccia grezza che luccicava alla luce della sua bacchetta. L’intera caverna era immersa in quel bagliore. Cominciò a procedere nel sentiero. Era liscio, e le sue scarpe da corsa non facevano alcun rumore mentre procedeva. Questo posto era vecchio. Così vecchio. Il suo viaggio sembrava non dover mai finire. Camminò, camminò. Camminò.

Dea, perché ci voleva così tanto?

E là, ancora quelle forme scure. Sapeva che cosa erano. Lo sapeva. E allora perché non riusciva ad afferrarne completamente l'essenza?

Le forme si sciolsero nell'oscurità e lei continuò ad avanzare.

Finalmente, giunse vicino a una massiccia porta in pietra. Un’antica, che era stata lì per migliaia e migliaia di anni. Non capiva come mai lo sapesse, ma era così. Una luce rossa, come quella che inondava la caverna, filtrava dalle crepe mescolandosi a quella della sua bacchetta. Dalla porta proveniva una sensazione di enorme pressione, come se qualcosa si stesse appoggiando contro nel tentativo dì usare. Il solo pensiero le fece accapponare la pelle. Di qualsiasi cosa si trattasse non poteva consentire che si liberasse. Strinse la bacchetta e il cuore le batté più veloce. Che cosa poteva fare?

E suo sguardo vagò sul pavimento e vide che era in piedi al centro di un cerchio. Un cerchio circondato da un altro. Tra i due, nel pavimento in pietra, erano incise rune primitive. Le erano familiari, ma non erano simili al linguaggio spirituale degli alberi, l'Ogham. Non erano neanche belle come quelle degli Elfi e delle Fate. No. Queste erano malvagie. Poi, lo sguardo le cadde su quello che era proprio sotto di lei. Era in piedi su un occhio. Un occhio senza palpebre. Si stava muovendo, luccicava di un rosso profondo. Il fiato le mancò. Le membra cedettero. Vacillò, si sentì come se stesse per perdere conoscenza. Con lo sguardo sfuocato fissava l'occhio. Quel rosso che vedeva era sangue. L'occhio stava succhiando il suo sangue.



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