Medioevo delle campagne: rapporti di lavoro, politica agraria, protesta contadina by Alfio Cortonesi & Gabriella Piccinni

Medioevo delle campagne: rapporti di lavoro, politica agraria, protesta contadina by Alfio Cortonesi & Gabriella Piccinni

autore:Alfio Cortonesi & Gabriella Piccinni [Cortonesi, Alfio & Piccinni, Gabriella]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: History, General, Medieval
ISBN: 9788883341434
Google: HNmZAAAAIAAJ
editore: Viella
pubblicato: 2006-10-15T17:41:22+00:00


Le contadine sono l'oggetto di uno dei più chiari esempi di controllo attraverso la religione del quale le fonti ci danno notizia, permettendoci di seguire certi esiti quotidiani, nelle campagne, dei rapporti di potere e delle politiche delle città. Una rubrica del 1333 degli statuti dell'arte della Lana di Firenze si occupa della qualità del lavoro delle filatrici di stame del contado, dalle quali è impossibile pretendere denaro in garanzia data la loro povertà, facendo obbligo ai consoli dell'arte di procurarsi ogni anno dai vescovi di Firenze e di Fiesole delle lettere nelle quali ordinino ai parroci delle chiese del contado di avvertire per Natale, Pasqua e Pentecoste le proprie parrocchiane che la matassa non deve essere «annaspata» con più di un filo, di ammonirle tre volte e poi minacciare di scomunicarle. Da queste pene era possibile essere assolte consegnando al prete (che aveva dunque un ruolo di controllo sociale sui lavoro femminile) un soldo per ogni matassa irregolarmente «annaspata». L'esistenza di queste prediche è confermata da Giordano da Pisa che già qualche decennio prima denunciava «le cose sconcie che fanno i mercatanti che fanno scomunicare le feminelle povere, perché non fanno così buon filato».93 Allo sfruttamento del lavoro - sottinteso da queste parole - va aggiunto il peso economico rappresentato dall'affitto o acquisto degli strumenti e dalla loro manutenzione.

I contratti di mezzadria, infine, stendono sui prodotti del pollaio un silenzio che appare singolare di fronte alla accuratezza con la quale si trovano invece elencate le fasi di lavorazione di una vigna o la divisione dei prodotti tra le due parti. Solo raramente i frutti del pollaio sono sottoposti a spartizione ed in questo caso il contratto non reca mai traccia delle «onoranze» da corrispondere al padrone in occasione delle principali festività: negli altri l'onoranza rappresenta il corrispettivo della possibilità offerta alla famiglia contadina di allevare liberamente il pollame, che è come dire che la donna è libera di tenere un numero imprecisato di polli contro un corrispettivo fisso in uova ed animali.94

L'impressione così è che, all'interno di una famiglia mezzadrile controllata dal padrone nelle possibilità di lavoro - e dunque di introito - esterne al podere, intorno al lavoro femminile ruotino alcuni spazi di autonomia economica del gruppo. Cucire, allattare dietro compenso, filare, tessere, fare le lavandaie o vendere polli è consentito alle donne dei mezzadri mentre ai loro uomini è vietato, almeno sulla carta, di andare «ad opera» senza la «licenza» del padrone, pena salate multe, in quanto il lavoro delle braccia che possono lavorare la terra va tutto concentrato nel suo miglioramento. Certo si tratta, come si è visto, di piccole somme, però sono somme «nette», non vincolate alla spartizione con il padrone né sottoposte al suo controllo: le uniche con queste caratteristiche, mi pare, se si escludono quelle provenienti dal furto sulle parti - pure largamente praticato dai mezzadri - e la non ottemperanza ai vincoli imposti dal contratto.



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