Memorie Di Un Recluso by Giosuè Piroddi (a Cura Di Tonino Serra)

Memorie Di Un Recluso by Giosuè Piroddi (a Cura Di Tonino Serra)

autore:Giosuè Piroddi (a Cura Di Tonino Serra) [Piroddi, Giosuè]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Biografie, Politica, Saggistica E Varia, Storia, Moderna, XX Secolo
ISBN: 9788873568216
editore: Condaghes
pubblicato: 2015-02-08T05:00:00+00:00


La II guerra mondiale e il ritorno in Italia

Nel 1940 iniziò la Drôle de guerre,[9] come fu chiamata in Francia in principio. Cominciò un’epoca così triste che ho cercato di dimenticare: invece tante circostanze sono rimaste nella mia mente.

L’inverno di quell’anno si affacciava con la guerra dichiarata. La Francia era attestata sulla linea Maginot e la Germania sulla linea Sigfrido: si fronteggiavano su tali fortificazioni, anche se nel frattempo i tedeschi avevano invaso la Polonia, spartendola con i Russi, tramite un infame patto con Stalin. Subito dopo i nazisti avevano occupato la Danimarca, l’Olanda e la Norvegia. Poi, come un fulmine, l’esercito tedesco arrivò in Francia; in pochi giorni conquistò Parigi passando attraverso il Belgio che non poté opporre alcuna resistenza.

Insomma quando iniziò la Drôle de guerre dovetti rimanere a Marsiglia, poiché la mattina che si scatenò l’invasione tedesca mi trovavo ai bacini di carenaggio. Quel giorno però non lavoravo, seppi invece che stava partendo l’ultima nave inglese, che avrebbe accolto chiunque avesse avuto voglia di andare a lavorare e ad arruolarsi in Inghilterra. Presi subito un tram perché tale nave si trovava all’ultimo molo dell’entrata nord del porto. Disgraziatamente non feci in tempo, così arrivai quando la nave era già in mare aperto: con essa svaniva anche l’ultima occasione di andarsene.

Ormai tutta l’Europa era diventata una prigione nazista, ed io, come ho spiegato in precedenza, ne stavo subendo le conseguenze. Dopo alcuni giorni seppi sorprendentemente che alcuni compagni spagnoli ed italiani erano partiti per il Messico; non ho mai capito come avessero fatto: forse erano partiti nell’inverno 1939-40.

La Germania aveva successivamente occupato la metà nord della Francia, instaurando un governo fantoccio con il maresciallo Pétain nella parte sud. Dal porto e dai depositi di Marsiglia partivano treni carichi di materie prime dirette in territorio tedesco. Nella seconda metà del 1942 gli americani sbarcarono in Marocco ed in Algeria; i nazisti per ritorsione finirono di occupare tutta la Francia. Quando l’Italia aveva dichiarato guerra alla Francia, Hitler aveva regalato a Mussolini sei province francesi: l’Alta e la Bassa Savoia, le Alte e le Basse Alpi, le Alpi Marittime ed il Var. Marsiglia venne a trovarsi sotto il controllo dei tedeschi insieme a tutta la provincia delle Bouches du Rhône. Gli italiani arrivarono a quarantacinque chilometri da Marsiglia ovvero a Bausset, alla fine della provincia del Var. Nelle province occupate dall’esercito italiano la polizia fascista con l’OVRA deportò in Italia, verso il confino o la prigione, tutti gli antifascisti italiani.

Noi a Marsiglia non avemmo migliore fortuna. Una sera di novembre del 1942 i tedeschi in forze e di sorpresa circondarono il quartiere Saint Jean nella parte nord del vecchio porto. Nel cuore della notte fecero evacuare tutti i 45.000 abitanti compresi i vecchi, le donne ed i bambini; quest’ultimi vennero alloggiati in scuole e baracche, gli uomini invece vennero internati in terreni militari ed alla caserma Belle de Mai. Disgraziatamente vi incappai anch’io, nonostante non abitassi in quel quartiere. In quel periodo mangiavo spesso in un ristorante del vecchio porto; ero diventato un amico dei proprietari, marito e moglie, che erano di Sanremo.



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