Mestieri all'aria aperta. Pastori e pescatori nell'Antico e nel Nuovo Testamento by De Luca Erri & Gennaro Matino

Mestieri all'aria aperta. Pastori e pescatori nell'Antico e nel Nuovo Testamento by De Luca Erri & Gennaro Matino

autore:De Luca, Erri & Gennaro Matino [De Luca, Erri & Matino, Gennaro]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788807490323
Google: fKJ0Q6tpfZIC
editore: Feltrinelli
pubblicato: 2004-04-14T22:00:00+00:00


3. Non t’importa che moriamo?

Le tempeste arrivano e non sempre sei pronto a gestirle, preparato ad affrontarle, ad accettarle. L’uomo di mare conosce i venti e l’insidia della corrente contraria che è capace di sconvolgere qualsiasi viaggio. Non sottovaluta il rumore delle onde, quasi lo rincorre per decifrarne le note che possono permettergli vie di fuga, spazi di controllo nell’imprevedibilità dei vortici. Il cielo a un tratto cambia i colori: avverti lo sconvolgimento degli eventi, ti metti in guardia, ti prepari mentre, nel mutare dei colori, la luce del sole si trasforma in opaca presenza, offuscata immagine di bellezza passata. Luce malata che non consegna niente di buono. E le tinte tetre dell’alto, che mai come in quel momento hai paura che siano anche dell’Alto, si tuffano e mutano quelle dell’acqua che all’improvviso non riflette immagini, non suona melodie, non consegna sirene, ma angoscia e paura.

La tua barca, mentre con il lieve ondulare, ti culla dolcemente e ti riporta a memorie di vita protetta da carezze materne, all’improvviso ti sposta, ti spinge, ti urta, ti provoca. Tu resisti, ammaini le vele che un giorno erano gonfie di orgoglio, ripiene di sogni, di speranze. Vele, motori di vita, ampie come il sorriso del bimbo che vede il domani, come le braccia della donna innamorata, come il successo che ti arride. Ammaini le vele quando il fortunale si abbatte: qualcuno forse coglierà il sacrificio, capirà quanto hai deciso di offrire perché la tempesta abbia termine e ti risparmi. Nell’ora della tempesta che sconvolge ogni cosa, quello che conta è la speranza di poter continuare a sperare. E tu resisti. Sciogli gomene, rinserri nelle mani il timone. Cerchi la direzione, il senso della vita che ti permetta di rimanere a galla. Lo speri.

Il vento soffia, il turbinio degli avvenimenti ti travolge come il roteare violento dei flutti. Acqua mista a sale che provoca dolore nelle ferite. Occhi offesi, inebetiti dalla luce. Sapevi che esistono tempeste, ma pensavi che non fossero tue. La tua barca era la più sicura, la meglio oleata per i giorni della gara. Non pensavi che la tempesta potesse arrivare per te all’improvviso, quando non te l’aspettavi, ed è la peggiore, ha toccato la tua vita. Ma resisti. Vuoi resistere. Le vele non ti sono più compagne. Le gomene non ti rassicurano. Il timone è ormai fuori uso. E allora aspetti che il miracolo avvenga. Ti hanno detto che c’è un Dio esperto in tempeste, conoscitore dei venti. E allora lo aspetti:

Affondo nel fango e non ho sostegno;

sono caduto in acque profonde

e l’onda mi travolge.

Sono sfinito dal gridare,

riarse sono le mie fauci;

i miei occhi si consumano

nell’attesa del mio Dio (Sal 69, 3-4).

Aspetti il miracolo, ma quale Dio ha compassione dell’uomo? La tempesta è proprio lo spazio in cui ogni illusione di Dio svanisce. Se c’è ancora chi crede in Dio, venga fra i turbini e la furia del vento per convincersi che è tutta invenzione dei perdenti, degli illusi, di chi con quel Dio ha fabbricato marionette da gestire. È la tempesta il momento della teofania del nulla.



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