Mondi senza fine by Chris Impey

Mondi senza fine by Chris Impey

autore:Chris Impey [Impey, Chris]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Apogeo
pubblicato: 2024-04-08T22:00:00+00:00


Capitolo 18

Le tracce tecnologiche

La ricerca di vita extraterrestre intelligente, il cosiddetto SETI, è intrinsecamente antropocentrico: assume per ipotesi che gli alieni intelligenti siano interessati a comunicare e utilizzino una tecnologia simile alla nostra. Per questi motivi il SETI attuale è molto limitato. Per quanto riguarda le ricerche nel campo delle onde radio, ricordiamoci l’analogia della pesca in un lago. Se la porzione di universo nella quale ha cercato fino a oggi il SETI fosse rappresentata da un bicchiere pieno d’acqua, il resto del cosmo sarebbe equivalente all’acqua di tutti gli oceani della Terra1.

Una strategia alternativa è cercare le tracce dell’utilizzo di energia da parte di una civiltà o le strutture che potrebbe aver creato. Paragonando questo approccio con quello seguito dagli astrobiologi, quando cercano le biofirme gassose nelle atmosfere degli esopianeti, Jill Tarter chiama “tecnofirme” i segni, visibili da lontano, lasciati da una civiltà aliena avanzata.

Tarter dice: “Se riusciamo a trovare delle tecnofirme, ovvero delle evidenze scientifiche della presenza di una qualche tecnologia in grado di modificare l’ambiente naturale, allora possiamo dedurre l’esistenza, almeno in qualche periodo della storia di quell’esopianeta, di tecnologhi intelligenti. Come per le biofirme, non è possibile elencare tutte le potenziali tecnofirme, dato che innumerevoli tecnologie ci sono ancora ignote, ma possiamo definire delle strategie di ricerca per gli equivalenti di alcune tecnologie terrestri del ventunesimo secolo”2.

Esattamente come nel caso delle biofirme, anche le tecnofirme costituirebbero una prova misurabile della presenza della vita, o di una vita ormai estinta. Non sono altro che una qualunque traccia di tecnologia, dalla quale possiamo dedurre l’esistenza di vita intelligente. Fra le tecnofirme sono incluse, ovviamente, anche le comunicazioni tradizionali cercate dal SETI: segnali radio a banda stretta e impulsi laser. Il processo si articola ipotizzando una certa tecnofirma, ispirata alla vita presente sulla Terra, e poi progettando una ricerca apposita, che tenga conto della rilevabilità e unicità di quella tecnofirma. Molte delle tecnofirme proposte sono correlate con la manipolazione di energia proveniente da sorgenti naturali luminose. Una forma di vita tecnologica potrebbe essere in grado di diffondersi in parte della galassia, per cui le sue tracce potrebbero essere trovate lontano nel tempo e nello spazio rispetto a dove quella vita si è originata. Come dice il report di un gruppo di lavoro della NASA, del 2018: “In confronto alle biofirme, le tecnofirme potrebbero essere più diffuse, più evidenti, meno ambigue e più facilmente rilevabili, anche a una distanza molto maggiore, perfino extragalattica”3.

In un lontano passato la Terra ha subìto dei cambiamenti molto violenti. Gli episodi principali includono: un intenso vulcanismo e un pesante bombardamento di meteoriti subito dopo la formazione del nostro pianeta, due terribili glaciazioni globali di tutta la superficie terrestre 2,3 miliardi di anni fa e 650 milioni di anni fa, un ulteriore intenso vulcanismo 250 milioni di anni fa, un impatto catastrofico 65 milioni di anni fa e un periodo drammatico di forte riscaldamento globale 55 milioni di anni fa. La teoria Gaia, di Lovelock, suggerisce che la biologia sia intimamente collegata all’ambiente fisico. Quando esso



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