Nel paese delle donne selvagge by Matsuda Aoko

autore:Matsuda Aoko [Aoko, Matsuda]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788833575230
editore: e-o
pubblicato: 2022-06-05T22:00:00+00:00

Dopo aver sposato Abe, intorno ai venticinque anni, Kuzuha aveva lasciato il lavoro e in breve aveva dato alla luce un bambino. In fondo era quello che voleva, non si era allontanata di un passo dalla scorciatoia lungo la quale a un certo punto aveva deciso di incamminarsi. Abe non era un asso nel lavoro, ma poteva contare su un posto a tempo indeterminato e un ottimo stipendio, e soprattutto era una brava persona. Kuzuha trovava commovente vederlo impegnarsi allo stremo delle forze per apparire un buon padre di famiglia e nascondere l’enorme fatica e la frustrazione che accumulava in ufficio. Lei, da parte sua, faceva tutto il possibile per ricompensarlo del duro lavoro cercando di comportarsi sempre da brava moglie. Erano una coppia felice: andare d’accordo con il proprio partner rientrava a pieno titolo nel percorso che Kuzuha aveva pianificato, non le costava alcuno sforzo, lo faceva con estremo piacere e naturalezza.

Era molto contenta della sua nuova vita, non aveva nulla di cui lamentarsi. La cura del bambino, le faccende domestiche e la gestione della casa erano una passeggiata, per lei. Il tempo sembrava volare, tutto filava liscio, e in men che non si dica suo figlio andava già al liceo e lei si era ritrovata con molto meno lavoro da fare. Suo marito e suo figlio erano il meglio che una madre di famiglia potesse sperare, non la deludevano mai. Forse c’entrava il DNA, doveva essere di ottima qualità. Come si dice? Buon sangue non mente. Erano entrambi molto gentili e premurosi: tutti gli anni, nel giorno della Festa della Mamma, non dimenticavano mai di regalarle un bel mazzo di garofani rossi. E lei, puntuale, non mancava mai di esserne stupita e felice.

Per tutta la vita, però, seppure in un cantuccio remoto del cuore, Kuzuha aveva sempre avuto la sensazione di fingere di essere una donna comune e nella media. Questo non significava che fosse pentita delle sue scelte, anzi, era più che convinta di aver optato per la strada giusta e di non aver fatto il minimo errore. Ma un giorno, mentre osservava allo specchio il proprio viso invecchiato, quel viso dai tratti volpini che con gli anni si era ancor di più allungato e snellito, era stata colta da un pensiero improvviso: non è che sono per davvero una volpe, una kitsune che ha dimenticato di essersi trasformata in una donna? Subito dopo averci pensato era scoppiata a ridere, trovando ridicolo il fatto stesso che le fosse saltata in mente un’idea del genere. Senza indugiare oltre, si era rimboccata le maniche e aveva cominciato a pulire lo specchio con un fazzoletto.

Qualche anno dopo, quando il figlio era andato a vivere da solo per frequentare l’università, Kuzuha si era ritrovata da un giorno all’altro con un bel po’ di tempo libero a disposizione. Aveva tentato di seguire con grande impegno un corso di poesia tanka presso un centro culturale locale, ma non era rimasta molto soddisfatta. Leggere e studiare antichi versi incentrati sulle delizie, le pene e

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