Orlando Furioso by Ludovico Ariosto

Orlando Furioso by Ludovico Ariosto

autore:Ludovico Ariosto [Ariosto, Ludovico]
La lingua: eng
Format: epub, azw3
Tags: Orlando furioso
ISBN: 9781434102713
Amazon: 1434102718
editore: The Editorium
pubblicato: 2009-04-28T00:00:00+00:00


Gli corre dietro, e tien quella maniera che terria il cane a seguitar la fera.

Il giovine che ‘l pazzo seguir vede la donna sua, gli urta il cavallo adosso, e tutto a un tempo lo percuote e fiede, come lo trova che gli volta il dosso.

Spiccar dal busto il capo se gli crede: ma la pelle trovò dura come osso, anzi via più ch’acciar; ch’Orlando nato impenetrabile era et affatato.

Come Orlando sentì battersi dietro, girossi, e nel girare il pugno strinse, e con la forza che passa ogni metro, ferì il destrier che ‘l Saracino spinse.

Feril sul capo, e come fosse vetro, lo spezzò sì, che quel cavallo stinse: e rivoltosse in un medesmo instante dietro a colei che gli fuggiva inante.

Caccia Angelica in fretta la giumenta, e con sferza e con spron tocca e ritocca; che le parrebbe a quel bisogno lenta, se ben volasse più che stral da cocca.

De l’annel c’ha nel dito si ramenta, che può salvarla, e se lo getta in bocca: e l’annel, che non perde il suo costume, la fa sparir come ad un soffio il lume.

O fosse la paura, o che pigliasse tanto disconcio nel mutar l’annello, o pur, che la giumenta traboccasse, che non posso affermar questo né quello; nel medesmo momento che si trasse l’annello in bocca e celò il viso bello, levò le gambe et uscì de l’arcione, e si trovò riversa in sul sabbione.

Più corto che quel salto era dua dita, 611

Ludovico Ariosto

aviluppata rimanea col matto,

che con l’urto le avria tolta la vita; ma gran ventura l’aiutò a quel tratto.

Cerchi pur, ch’altro furto le dia aita d’un’altra bestia, come prima ha fatto; che più non è per riaver mai questa ch’inanzi al paladin l’arena pesta.

Non dubitate già ch’ella non s’abbia a provedere; e seguitiamo Orlando, in cui non cessa l’impeto e la rabbia perché si vada Angelica celando.

Segue la bestia per la nuda sabbia, e se le vien più sempre approssimando: già già la tocca, et ecco l’ha nel crine, indi nel freno, e la ritiene al fine.

Con quella festa il paladin la piglia, ch’un altro avrebbe fatto una donzella: le rassetta le redine e la briglia, e spicca un salto et entra ne la sella; e correndo la caccia molte miglia, senza riposo, in questa parte e in quella: mai non le leva né sella né freno, né le lascia gustare erba né fieno.

Volendosi cacciare oltre una fossa, sozzopra se ne va con la cavalla.

Non nocque a lui, né sentì la percossa; ma nel fondo la misera si spalla.

Non vede Orlando come trar la possa; e finalmente se l’arreca in spalla, e su ritorna, e va con tutto il carco, quanto in tre volte non trarrebbe un arco.

Sentendo poi che gli gravava troppo, la pose in terra, e volea trarla a mano.

Ella il seguia con passo lento e zoppo; dicea Orlando: - Camina! - e dicea invano.

Se l’avesse seguito di galoppo,

assai non era al desiderio insano.

Al fin dal capo le levò il capestro, e dietro la legò sopra il piè destro; e così la strascina, e la conforta che lo potrà seguir con maggior agio.



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