Otto Walter - 1987 - Gli dèi della Grecia by Otto Walter

Otto Walter - 1987 - Gli dèi della Grecia by Otto Walter

autore:Otto Walter [Otto Walter]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Religion, Paganism & Neo-Paganism, Social Science, Folklore & Mythology
ISBN: 9788845977350
Google: tSWhCwAAQBAJ
editore: Adelphi Edizioni spa
pubblicato: 2016-03-08T22:00:00+00:00


3

Dove e quando gli dèi intervengono nell’esistenza umana? Colui che si pone questa domanda si pone pure l’altra: che cosa può l’uomo da sé, cosa opera con le sue sole forze? Ogni idea sull’operare della divinità, concernendo anche l’uomo, è il rovescio della medaglia di una determinata psicologia, e non si può capire cosa pensò un popolo dei suoi dèi se non si capisce ciò che esso pensò degli uomini. Non come se la conoscenza che l’uomo ha di sé venisse prima e la conoscenza della divinità seguisse. Nessuna concezione può essere più errata di questa. Ma sarebbe altrettanto falso porre la coscienza del divino in principio, prima dell’autocoscienza. Nessuna sussiste senza l’altra. Nascono entrambe nell’esperienza religiosa all’improvviso, e sono una sola ed identica cosa.

L’uomo fu da sempre cosciente che le sue decisioni ed azioni, buone o cattive che fossero, non potevano venirgli attribuite totalmente. Gli avvenimenti del mondo esteriore gli determinano manifestamente e meta e azione, e lo costringono sovente ad operare come non vorrebbe. E quanto si compie in lui stesso di giovevole o fatale, talvolta lo sorprende, non essendo egli cosciente né di una volontà né di una forza a ciò diretta!

Il senso dell’esistenza greco è di tal sorta che ci si accorge in tutti questi punti di una presenza divina. Ma con ciò è detto ancor poco. Potrebbe sembrare come se per esso il divino si presentasse soltanto lì dove anche noi possiamo venir sorpresi e scossi come da un miracolo; in avvenimenti improvvisi ed inconcepibili, in pensieri e passioni inusitati, che in certo modo ci sopraffanno. Il Greco invece sente come qualcosa di dato anche ciò che sceglie o fa con chiara coscienza, e il suo sentimento vitale è in contatto con la divinità anche là dove la nostra mente non vede che la ben nota regolarità dell’accadere oppure la nostra propria facoltà di riflettere e agire. Eppure l’uomo non è un puro strumento nelle mani degli dèi, né la sua esistenza la palestra del loro agire. È egli medesimo qualcosa e gli viene richiesta un’azione sua propria. L’attività vitale dell’uomo s’incontra col prodigio del mondo incantato, che gli comunica il suo incantamento. Pienezza di mondo e pienezza di uomo nascono insieme all’unisono. Alla domanda dove cessi l’umano e cominci il divino, non può venir data risposta alcuna, ché la fede è radicata nell’esperienza secondo cui l’uno è ricompreso nell’altro ed entrambi coincidono. Al posto di una formulazione concettuale stanno le immagini dell’accadere, che impareremo a conoscere in seguito.

L’immagine greca dell’azione divino-umana sta in aperto contrasto con l’intuizione che ci è familiare. La divinità non agisce da un al di là sull’interiorità dell’uomo, sulla sua anima, che è a lei unita in modo misterioso. È una col mondo e si fa incontro all’uomo dalle cose del mondo, quand’egli è per via, prendendo parte alla sua vita movimentata. Non è rientrando in se stesso che l’uomo ne fa esperienza, bensì uscendo da sé, afferrando ed agendo. La divinità si presenta con immediata vivacità a colui che agisce ed intraprende, animandolo o impedendolo, illuminandolo o confondendolo.



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